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Una veduta della mostra «Spillovers: Notes on a Phenomenological Ecology» al Corner MaXXI di Roma

Photo: Olivia Rainaldi

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Una veduta della mostra «Spillovers: Notes on a Phenomenological Ecology» al Corner MaXXI di Roma

Photo: Olivia Rainaldi

Chris Soal al MaXXI: lo spillover della natura d’Africa

Lo spazio Corner del museo romano ospita le opere dell’artista sudafricano, tra materiali poveri che luccicano come l’oro e ispirazioni barocche

Forme geologiche e biologiche si arrampicano sulle pareti e avvolgono le colonne con materiali apparentemente preziosi e morbidi, ma che, a un’osservazione più attenta, risultano duri e aguzzi: «Spillovers: Notes on a Phenomenological Ecology» è la mostra dell’artista sudafricano Chris Soal (1994), pensata e allestita con il curatore Cesare Biasini Selvaggi per il Corner MaXXI di Roma. Prodotta dalla Fondazione D’Arc in collaborazione con Piero Atchugarry Gallery e Montoro12 Gallery, l’esposizione è aperta con ingresso gratuito dal 19 ottobre al 27 novembre. All’interno dello spazio MaXXI sono contenuti centinaia di tappi di metallo, stuzzicadenti, dischetti di carta vetrata e pezzi di cemento, materiali che consideriamo di scarto, ma che, assemblati secondo la poetica e la tecnica di Chris Soal, esprimono uno «spillover» ecologico, una tracimazione profusa di natura africana, ma anche di nuove tecnologie.

«Sono opere che appaiono morbide, ma stimolando la capacità di osservazione si nota che sono puntute, spiega Cesare Biasini Selvaggi. Elementi preziosi che richiamano l’oro e i metalli presenti in abbondanza nel continente africano. Al tempo stesso, si parla di povertà, sia dei materiali sia intellettuale: il concetto di usa e getta della contemporaneità è lontano, ad esempio dalla civiltà contadina italiana, nella quale non si sprecava nulla». All’Italia, a Roma in particolare, sono ispirate alcune delle opere concepite site specific per il Corner MaXXI. Chris Soal, artista giovane ma già apprezzato in ambienti internazionali, è un estimatore dell’arte italiana e del nostro Paese: «Sperimentando con un materiale considerato poco importante, come gli stuzzicadenti, mi sono ispirato alle tele dedicate al tema dell’Ascensione che ho ammirato nelle chiese barocche di Roma, con i loro movimenti che culminano in alto», racconta Soal.  

Riguardo all’opera «Wear and Tear» (2025), che a prima vista sembra un dipinto o una stampa e invece, come spiega Biasini Selvaggi, «si potrebbe definire un bassorilievo, una metopa contemporanea», Chris Soal afferma: «Su una serie di dischetti in carta vetrata abrasa ho impresso, come fossero una membrana, tre immagini invertite e sovrapposte tratte dal lavoro di J.H. Pierneef, importante paesaggista sudafricano attivo negli anni Quaranta». Natura africana declinata come paesaggio, ma anche come elementi naturali; ad esempio, stalagmiti composte da centinaia di dischetti di carta vetrata, o cascate di tappi in metallo rosso, oro, nero, che evocano i colori dei tessuti dell’Africa. Chris Soal realizza le sue opere insieme a un gruppo di collaboratori che il curatore Biasini Selvaggi definisce «una bottega rinascimentale a Città del Capo». Gli strumenti di lavoro sono simili a quelli utilizzati in una fabbrica o in una fonderia, i cui processi lavorativi sono, però, top secret. Prima del termine della mostra sarà pronto un catalogo monografico (Silvana Editoriale), concepito come una summa dei primi quindici anni di lavoro di Chris Soal con testi del curatore Cesare Biasini Selvaggi e di Giuliana Benassi e Alessandro Romanini.

Una veduta della mostra «Spillovers: Notes on a Phenomenological Ecology» al Corner MaXXI di Roma. Photo: Olivia Rainaldi

Letizia Riccio, 16 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

Chris Soal al MaXXI: lo spillover della natura d’Africa | Letizia Riccio

Chris Soal al MaXXI: lo spillover della natura d’Africa | Letizia Riccio