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All'Hamburger Bahnhof l'artista si autoritrae come Giovanna d'Arco
- Francesca Petretto
- 24 ottobre 2020
- 00’minuti di lettura


«Self-portrait as Clone of Jeanne d’Arc (Lola Joan)» (2019) di Bunny Rogers (particolare). Cortesia dell’artista e di Société
Bunny Rogers clona la Pulzella d’Orléans
All'Hamburger Bahnhof l'artista si autoritrae come Giovanna d'Arco
- Francesca Petretto
- 24 ottobre 2020
- 00’minuti di lettura
Francesca Petretto
Leggi i suoi articoliBunny Rogers è uno dei volti giovani più interessanti nell’odierno panorama artistico internazionale. Il suo lavoro comprende sculture, installazioni, stampe, video, performance dal vivo e letture pubbliche di poesie; i temi trattati sono la paura, i traumi, la morte, il dolore e i ricordi. In ciò la sua esperienza diretta di paziente affetta da depressione fin dai primi anni di vita gioca un ruolo di primo piano; ne consegue che la malattia è la principale fonte d’ispirazione del suo lavoro d’artista.
La sensibilità e la vulnerabilità, l’amicizia e l’estraneità, il gioco di identità sono temi paralleli in cui spesso s’ispira a personaggi inventati: nata in Texas nel 1990, la Rogers è figlia di una generazione cresciuta a pane, serie TV e videogiochi. Per questa mostra interamente dedicatale dal 25 ottobre al 28 febbraio da Hamburger Bahnhof, «Bunny Rogers. Self Portrait as clone of Jeanne D’Arc», ha scelto di portare un’opera del 2019, «Autoritratto come clone di Giovanna d’Arco», ispirata a una serie animata molto famosa negli Stati Uniti: «Clone High», sit-com per adulti ambientata in un liceo popolato da cloni di personaggi storici nell’età adolescenziale.
Fra i vari Lincoln, Gandhi, John Kennedy e Cleopatra, la prescelta è la Pulzella d’Orléans perché le permette di affrontare la complessità della femminilità giovanile, la paura, l’intensità e il narcisismo ad essa associati. Nell’installazione è Bunny stessa a trasformarsi nel clone di Giovanna d’Arco, suo alter ego in diverse situazioni ricche di riferimenti culturali e storici, ma anche di esperienze del suo privato, il tutto condito in salsa pop. L’ambiente espositivo si trasforma in un palcoscenico di intimità svelate al pubblico nella loro crudezza, senza i fronzoli dell’irreale femminilità raccontata dai media.

«Self-portrait as Clone of Jeanne d’Arc (Lola Joan)» (2019) di Bunny Rogers (particolare). Cortesia dell’artista e di Société