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Uno scatto del 1930 di Edward Sheriff Curtis

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Uno scatto del 1930 di Edward Sheriff Curtis

Brescia Photo Festival: la fotografia è donna

Alla sua terza edizione il festival si rinnova e «occupa» la città e i centri vicini

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Alla sua terza edizione, intitolata «Donne», Brescia Photo Festival, diretto da Renato Corsini, si rinnova con l’intento di proiettarsi sulla scena internazionale. Dal 2 al 5 maggio, con il Festival, promosso da Comune, Fondazione Brescia Musei (con il nuovo direttore Stefano Karadjov) e Ma.Co.f.-Centro della Fotografia Italiana, ma poi fino alla fine dell’estate con le mostre (in prevalenza inedite), si assiste a un’autentica «occupazione» della città e di località vicine da parte della fotografia e dei suoi autori più significativi.

Otto le mostre presentate, fino all’8 settembre, dal Museo di Santa Giulia, riunite sotto il titolo «Da Man Ray a Vanessa Beecroft». Tre sono dedicate al rapporto, attivo e passivo, tra donne e fotografia: in «Donne davanti l’obiettivo», 110 scatti di maestri dall’800 ad oggi (E.J. Bellocq, Man Ray, Francesca Woodman, Mapplethorpe, Newton e altri) rileggono il nudo femminile; in «Donne dietro l’obiettivo», dalla collezione Donata Pizzi, la prospettiva s’inverte e, in 100 immagini, si presenta lo sguardo di Agosti, Ballo Charmet, Battaglia, Carmi, Catalano e altre.

In «Autoritratto al femminile» sono 50 gli (auto)scatti di De Pietri, Florence Henry e Schneemann, tra le altre. Due le monografiche, entrambe dalla collezione di Massimo Minini, in anteprima italiana: 25 immagini di «Julia Margaret Cameron», famosa ritrattista vittoriana, e 30 ritratti di protagonisti del ‘900 internazionale in «Elisabetta Catalano. I ritratti dell’arte».

In prima per l’Italia è anche «Mihaela Noroc. The Atlas of Beauty»: 48 immagini (su 2mila, ad oggi) scattate nel mondo intero, in cerca di un concetto di bellezza di segno multiculturale. Infine, due progetti speciali, One-Off: nella sala della «Vittoria alata», l’omaggio alla «Dea» di Maurizio Galimberti e, in San Salvatore, il famoso scatto «Madonna with twins VBSS.002» di Vanessa Beecroft. Un progetto One-Off è anche nella Pinacoteca Tosio Martinengo (fino all’8 settembre), con Sophia Loren interpretata da Tazio Secchiaroli come una Madonna, a confronto con i dipinti sacri del Museo.

Quattro le mostre al Ma.Co.F., in Palazzo Martinengo Colleoni (fino al 31 luglio): «Happy Years. Sorrisi e malizie nel mito di Betty Page e nel mondo delle pin up» (30 fotografie vintage anni ’50 di Paola Claw); «Una, nessuna, centomila», dove si rilegge il lavoro di 10 fotografe italiane (tra cui Bolognesi, Campagnano, Calvenzi) sugli stereotipi del femminile, e «La rivoluzione silenziosa. Donne e lavoro nell’Italia che cambia», con 70 immagini dal neorealismo ad oggi (di Garolla, Lucas, Lotti, Mattioli, Migliori, Orsi, Scianna e altri). E un omaggio al fotografo bresciano Gian Butturini.

Durante il Festival nella metropolitana, e poi, fino al 14 luglio, in Spazio Contemporaneo (dove si tiene anche «Plurale al femminile», con immagini di Street Photography di Laura Bergami e Anna Peroni scattate durante il Festival) è presentato «Belle dentro. Il carcere femminile», portfolio inedito realizzato da Renato Corsini nel carcere bresciano, mentre il Museo Lechi di Montichiari mette a confronto, fino al 15 settembre, la fotografia «di cinema» americana e italiana dagli anni ’30 ai ’50 in «Hollywood vs Cinecittà», e Palazzo Todeschini, a Desenzano del Garda, presenta fino al 28 luglio «Miss Italia. Miti e leggende dell’era delle Miss». Per i numerosi eventi, www.bresciaphotofestival.it.

Uno scatto del 1930 di Edward Sheriff Curtis

Ada Masoero, 30 aprile 2019 | © Riproduzione riservata

Brescia Photo Festival: la fotografia è donna | Ada Masoero

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