Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Chiara Caterina Ortelli
Leggi i suoi articoliDal 26 settembre al 25 gennaio 2026 l’Hamburger Kunsthalle di Amburgo presenta la sua prima retrospettiva dedicata all’opera prolifica dell’artista svedese Anders Zorn (1860-1920), pittore di fama mondiale tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900.
La mostra «Anders Zorn, Swedish Superstar» riunisce circa 150 opere, tra cui dipinti e acquerelli raramente esposti, insieme a qualche incisione e fotografia. In dialogo con il contesto locale, l’esposizione include anche una serie di scorci panoramici del porto di Amburgo, realizzati nel 1891 quando Zorn fu invitato dal direttore della Kunsthalle, Alfred Lichtwark.
Zorn nacque in un contesto modesto nella provincia svedese del Dalarna e si fece notare già durante gli studi all’Accademia delle Arti di Stoccolma. Quasi nessun altro artista del suo tempo riusciva a rappresentare con altrettanta abilità le superfici d’acqua in movimento con l’acquarello, ci racconta il curatore della mostra, Markus Bertsch: «Zorn fu un pittore che, grazie al suo talento, comprese fin da giovane di avere un potenziale fuori dal comune. Il suo inserimento in certi ambienti sociali della Svezia si deve in larga misura all’opera della moglie, Emma Zorn. Appartenente a una famiglia ebrea di Stoccolma, agiata e aperta alla cultura, Emma svolse un ruolo determinante nel favorire l’accesso del marito a circoli influenti. Fu così che l’artista ebbe presto modo di entrare in contatto con personalità di spicco». Sempre grazie a sua moglie, durante i suoi anni a Londra, Zorn entrò in contatto con un banchiere che gli procurò varie commissioni che lo portarono a Parigi alla fine del 1888 e che lo spinsero sistematicamente nei circoli sociali più importanti. Già da giovane, Zorn aveva capito quanto fosse importante curare la propria immagine: investiva spesso in abiti eleganti e in materiali di pittura di alta qualità.

Anders Zorn, «Emma Zorn mentre legge», 1887, Mora, Zornmuseet. © Zornmuseet, Mora
Zorn conquistò una notorietà internazionale soprattutto negli Stati Uniti, dove i suoi ritratti di membri dell’alta società gli valsero importanti commissioni ufficiali. Un riconoscimento particolare fu l’incarico di ritrarre due presidenti americani: William Howard Taft (il cui dipinto è oggi conservato alla Casa Bianca) e Stephen Grover Cleveland (parte della National Portrait Gallery) che è eccezionalmente esposto ad Amburgo. Zorn realizzo inoltro un’acquaforte raffigurante Theodore Roosevelt.
Zorn fu un artista straordinario e poliedrico, la cui opera sfugge a ogni classificazione netta, sia per quanto riguarda i soggetti rappresentati sia per le tecniche. Infatti, accanto ai ritratti e alla pittura da salon, il suo lavoro conteneva elementi impressionisti. All’inizio si dedicò quasi esclusivamente all’acquarello, ma dal 1887 rivolse il suo interesse soprattutto alla pittura a olio. Parallelamente alla pittura, si dedicò all’incisione, un ambito in cui raggiunse un riconoscimento particolare in Germania. «Il suo straordinario talento artistico si manifesta chiaramente anche nell’arte dell’acquaforte, aggiunge il curatore Markus Bertsch. In particolare, grazie al suo sistema di tratteggio parallelo, riusciva a conferire una notevole vitalità ai suoi soggetti. In Germania, Zorn fu celebrato soprattutto come incisore, mentre solo pochi dipinti entrarono a far parte di collezioni pubbliche o private. Le acqueforti, invece, fecero storia a sé: intorno al 1900, venivano scambiate in Germania a prezzi paragonabili a quelli delle incisioni di Rembrandt».
Nonostante i numerosi viaggi e una vita quasi mondana, Zorn mantenne sempre un rapporto saldo con le sue origini nel Dalarna. Fu lì, lontano dalle metropoli, che tornò a stabilirsi e trovò nuovi spunti per la sua arte. La mostra di Ambego mette in luce proprio questa doppia natura: l’artista capace di muoversi tra élite globali e tradizioni locali, con un’opera che riflette entrambe le dimensioni senza forzature.

Anders Zorn, «Autoritratto in rosso», 1915, Mora, Zornmuseet. © Zornmuseet, Mora

Anders Zorn, «Emma Zorn nell’atelier di Parigi», 1894, Mora, Zornmuseet. © Zornmuseet, Mora