Il quartiere storico degli antiquari di Saint-Germain-des-Prés ospita dal 10 al 15 settembre la fiera Parcours des mondes, il Salone internazionale delle arti d’Africa, Asia, Oceania, Americhe e dell’archeologia, nato nel 2002 come un percorso a cielo aperto (gratuito), oggi alla sua 23ma edizione. La rassegna, sotto la presidenza onoraria di Marc Ladreit de Lacharrière, l’uomo d’affari e mecenate francese, 83 anni, che nel 2018 ha donato 38 opere d’arte africana e oceanica della sua collezione personale al Musée du Quai Branly di Parigi (stimate più di 50 milioni di euro), accoglie quest’anno 58 gallerie. Tra queste: le belghe Jo de Buck e Claes Gallery (Bruxelles), l’americana Pace African & Oceanic (New York), le spagnole Arte y Ritual (Madrid) e David Serra (Barcellona) e le francesi Galerie Furstenberg e Bernard Dulon (Parigi). Per l’Italia partecipa la galleria Dalton Somaré di Milano, specializzata nell’arte dell’India, dell’Himalaya e dell’Africa subsahariana, che espone tra le altre una delle opere di punta in mostra a Parigi: una statuetta in legno (alta 45 cm) di guardiano di reliquie d’etnia Kota Obamba del Gabon (XIX secolo). Al salone partecipano inoltre per la prima volta Frank van Craen (Bruxelles), la Galerie Grégory Chesne(Lione), Gauchet Asian Art e la Galerie Christophe Person (entrambe di Parigi).
Tra le opere maggiori, anche una maschera funeraria egiziana del Nuovo Impero (1319-1292 a.C. circa) esposta da Billen-Harmakhis (Bruxelles), una statua Nkisi Nkonde, un’etnia della regione del Congo, da Doustar (Londra) e una figura di prua di canoa nguzu nguzu delle Isole Salomone esposta da Entwistle (Parigi-Londra). Diversi spazi propongono mostre tematiche. In occasione dei 100 anni del «Manifesto del Surrealismo» di André Breton, scritto nell’autunno del 1924, le parigine Charles-Wesley Hourdé e Nicolas Rolland presentano «Zones de contact, Surréalisme, Afrique, Océanie, Amérique» (fino al 21 settembre), mostra curata da Yaëlle Biro, ex conservatrice al Metropolitan Museum di New York, e organizzata in collaborazione con l’Association André Breton e il Centre Pompidou (dove si è appena aperta una grande mostra sul Surrealismo, fino al 13 gennaio 2025). Vi è esposta anche una scultura di etnia Uli della Nuova Irlanda, Papua Nuova Guinea, che era appartenuta ad André Breton. Franck Marcelin (Aix-en-Provence) propone a sua volta la mostra «Formes et Esprits», con opere d’arte Inuit e dall’Oceania, mentre Bruno Claessens (Anversa) presenta «Dévoilée | Unveiled», allestendo 11 opere inedite d’etnia Kaka del Camerun, tra cui due grandi figure d’altare (alte 75 e 80 cm). Vallois 35 (Parigi) propone «Traits Cubains», con focus sulla scena artistica cubana contemporanea. In mostra spiccano i disegni di Nerea Vera e Luis Gómez, le sculture di Daldo Marte e Esterio Segura e un’installazione immersiva di Gertrudis Rivalta. Galerie Pablo Touchaleaume (Parigi) presenta per la prima volta al pubblico una collezione di figure votive del gruppo etnico Mbembe Tigong, in Camerun. Torna la sezione Showcase, creata nel 2023 e dedicata ad una selezione di mercanti che partecipano per la prima volta alla rassegna: quest'anno sono stati selezionati i progetti di Grégory Chesne, Christophe Person eFrank Van Craen. Anche per questa edizione la rassegna ospita un artista contemporaneo, «per rafforzare il dialogo tra arte antica e contemporanea», spiegano gli organizzatori in una nota. Si tratta di François Avril, pittore e disegnatore francese, classe 1961, che propone «Voyages immobiles», una selezione di disegni e di grandi tele ispirate all’arte tribale.