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«VERTIGO», mostra a cura di Matthieu Poirie, invita il pubblico a lasciarsi disorientare e stupire, in un viaggio visivo che mette in dialogo natura e astrazione
- Riccardo Deni
- 01 settembre 2025
- 00’minuti di lettura


Oliver Beer, Resonance Painting (Lovesong) (dettaglio)
A Villa Carmignac di Porquerolles l’arte diventa vertigine
«VERTIGO», mostra a cura di Matthieu Poirie, invita il pubblico a lasciarsi disorientare e stupire, in un viaggio visivo che mette in dialogo natura e astrazione
- Riccardo Deni
- 01 settembre 2025
- 00’minuti di lettura
Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliSull’isola di Porquerolles, immersa nella luce del Mediterraneo e sferzata dal maestrale, la Fondation Carmignac apre le porte a un’esperienza sensoriale unica: «VERTIGO». Dal 26 aprile al 2 novembre 2025, la mostra curata da Matthieu Poirier invita il pubblico a lasciarsi disorientare e stupire, in un viaggio visivo che mette in dialogo natura e astrazione.
Non è un caso che il titolo evochi un senso di perdita di equilibrio: vertigo, dal latino vertere («girare»), è qui intesa come quella vertigine che si prova di fronte all’immensità del paesaggio, o alla forza di un’opera d’arte che scuote i sensi. Ma niente a che vedere con il thriller psicologico di Hitchcock. Questa mostra è piuttosto un invito a vedere – e sentire – il mondo oltre la superficie.
All’interno della Villa Carmignac, sei sezioni tematiche – acqua, cosmogonia, aria, infinito, terra e abisso – guidano il visitatore attraverso un percorso immersivo. Tra giochi di luce, ombre in movimento e grandi dipinti panoramici, si incontrano opere che parlano direttamente ai sensi. C’è la vibrazione elettrica dei blu di Yves Klein, i giochi percettivi di James Turrell e Jesús Rafael Soto, le esplorazioni cosmiche di Olafur Eliasson e Anna-Eva Bergman, le dissolvenze atmosferiche di Gerhard Richter e Helen Frankenthaler. E ancora, le illusioni ottiche di Ann Veronica Janssens e Carlos Cruz-Diez, fino ai cieli infiniti di Otto Piene.
Il fil rouge? Un’arte che ha abbandonato la figurazione per catturare l’essenza dei fenomeni naturali. «Cosa ci resta del paesaggio, se non l’impressione vivida dei suoi effetti?», sembra chiedersi la mostra. Lontana dalla narrazione e dalla rappresentazione, «VERTIGO» ci ricorda che la natura – come l’arte – è prima di tutto esperienza. Con oltre cinquanta opere, provenienti da importanti musei, collezioni private e dalla stessa Collezione Carmignac, il progetto include anche lavori site-specific realizzati per l’occasione.