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Luca Fiore
Leggi i suoi articoliLa perseveranza crea autorevolezza. E 15 anni sono già una storia. A questo traguardo è arrivato Cortona On The Move (17 luglio-2 novembre) che a buon diritto si è guadagnato un posto tra gli appuntamenti di riferimento per la fotografia in Italia. Per la direttrice Veronica Nicolardi, la manifestazione «non ha mai smesso di porsi delle domande, con la consapevolezza che la fotografia non debba mai accontentarsi di mostrare. La fotografia deve far vedere, cercare, dubitare e aprire spazi». Il titolo di quest’anno è «Come Together». Come ha spiegato il direttore artistico Paolo Woods: «Si tratta della forza e del coraggio che ci spingono a tentare di ricucire le relazioni incrinate, sia all’interno delle famiglie, sia attraverso i confini, sia nel silenzioso e disperato tentativo di riconciliarsi con il proprio io. Osservando storie in cui la guarigione è possibile, anche se incompleta e imperfetta».
Woods, affiancato anche quest’anno dal collettivo Kublaiklan, responsabile della curatela fotografica, ha selezionato 23 mostre, che vedono protagonista lo sguardo di 76 artisti dalla Palestina all’Iran, dalla Francia al Canada, dagli Stati Uniti all’Australia, dall’Ucraina all’Italia. Il nome di maggior richiamo è quello di Alfredo Jaar, uno degli artisti contemporanei più attivi nell’esplorare le disuguaglianze di potere e le fratture sociopolitiche. Per Cortona On The Move, in collaborazione con Photo Elysée, il Museo della Fotografia di Losanna, cura «Inferno & Paradiso», in cui 20 tra i più importanti fotoreporter di oggi hanno scelto due immagini dal proprio archivio: una che rappresenta il dolore più profondo e una legata al momento di maggiore gioia. Altro protagonista internazionale è Christopher Anderson, che, con la moglie scrittrice Marion Durand, racconta in «Family Trilogy» la dimensione familiare come frontiera di una possibile riconciliazione di rapporti compromessi. Una riflessione su esilio, appartenenza, identità e memoria è quella del palestinese Taysir Batniji con «Distance & Belonging». Parisa Azadi, irano-canadese, presenta «Ordinary Grief», frutto del ritorno in patria, dopo 25 anni, in cerca della propria identità. Un lavoro sulla riconciliazione è quello di Jan Banning in «Blood Bonds: Reconciliation in Post-Genocide Rwanda». Della guerra in Ucraina parla «Epitome» di Vic Bakin. «Simona Kossak: Born to Be Wild» testimonia, attraverso le fotografie del polacco Lech Wilczek, un modo alternativo di vivere in mezzo ai boschi, protagonista la sua compagna di vita, biologa ed ecologa. «Cronache d’acqua. Immagini dal Sud Italia» è il secondo capitolo della produzione di Cortona On The Move in partnership con Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia con il contributo editoriale di Green & Blue, con protagoniste le immagini di Cosimo Calabrese, Valeria Cherchi, Eleonora D’Angelo, Giulia Parlato e Roselena Ramistella. Tra gli altri progetti, si segnala «I Have Done Nothing Wrong» di Mika Sperling, «Restricted Images. Made with the Warlpiri of Central Australia» di Patrick Waterhouse e «Flowers Drink the River» di Pia-Paulina Guilmoth.

Una fotografia dalla seria «Inferno & Paradiso» di Alfredo Jaar. Courtesy Galleria Lia Rumma, Milano & Napoli, e l’artista, New York. © Foto: Veronique De Viguerie

Una fotografia dalla serie «Family Trilogy» di Christopher Anderson & Marion Durand. © Christopher Anderson & Marion Durand

Una fotografia dalla serie «Restricted Images-Made with the Warlpiri of Central Australia» di Patrick Waterhouse. © Patrick Waterhouse

Una fotografia dalla serie «il Cortile 1985-2025». © Davide Peterle, courtesy Sosta Palmizi