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Giuseppe Morra e Italo Tomassoni © Amedeo Benestante

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Giuseppe Morra e Italo Tomassoni © Amedeo Benestante

A Casa Morra l’artista amato dai conigli

Un omaggio a Joseph Beuys indaga attraverso i documenti di archivio il suo rapporto con Napoli e l'Italia tra il 1971 e il 1985

Olga Scotto di Vettimo

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«Da tutta Europa da mesi giungevano voci di “sirene” che mi chiedevano di realizzare un omaggio a Joseph Beuys, artista straordinario, totale, che ha creduto nella vocazione alchemica dell’arte, intesa come atto politico e creativo per modificare la realtà».

Con l’emozione con cui attraversa da più di 50 anni il mondo dell’arte, Giuseppe Morra racconta l’ideazione di «Beuys e Napoli» (fino al 13 novembre), mostra organizzata da Casa Morra-Archivio d’Arte Contemporanea d’intesa con Goethe-Institut Neapel, per i cento anni dalla nascita dell’artista tedesco, aperta dal poetico incipit voluto da Morra «I conigli amano Joseph Beuys», luogo di impianto naturalistico, in sintonia con la sensibilità ambientalista dell’artista.

«Man mano che approfondivo la ricerca capivo che la memoria è fatta di connessioni: ogni elemento ritrovato mi collegava ad altri documenti e oggetti che riemergevano dal passato riannodando trame di un’unica narrazione, fatta di incontri e di momenti, intimamente connessi con la storia culturale e umana della città.

Un’escursione in barca a Ieranto diventava così l’occasione per Joseph di donare a ciascuno di noi un “Passaporto per l’ingresso nel futuro”; un incontro fortuito nella galleria di Lucio Amelio offriva a Fabio Donato la possibilità di documentare una sua azione performativa. Abbiamo raccontato momenti storici attraverso le fotografie di Vettor Pisani dell’azione a Documenta 5 a Kassel o quelle scattate a Napoli da Gerardo Di Fiore, durante l’incursione di Beuys nell’azione “Hic Sunt Leones” del collettivo Galleria Inesistente.

Storie, vite, incontri, riemersi dai documenti ritrovati e dalle testimonianze passate e presenti: negli interventi di Achille Bonito Oliva, Michele Bonuomo, Mario Franco, Petra Richter, Italo Tomassoni, ascoltati nella giornata inaugurale, o nelle voci riecheggianti nelle documentazioni visive degli Archivi Mario Franco
».

Proprio questi ultimi materiali punteggiano il percorso, con cinque film prodotti in successione: «La rivoluzione siamo noi», film di Mario Franco sulla mostra del 1971 alla Modern Art Agency, che inaugura il sodalizio con la città, dove viene proiettato «Der Tisch», filmatoin 16mm di una delle prime azioni all’Accademia di Düsseldorf (1971), poi donato da Beuys al regista stesso.

Inoltre, «Vitex agnus castus», realizzato in occasione di «Arena: dove sarei arrivato se fossi stato intelligente!» (1972); «Terremoto in palazzo» (1981), «Palazzo regale»(1985), documento dell’ultima mostra di Beuys al Museo di Capodimonte; «Diagramma Terremoto» (1997). Chiude il percorso la «Sala Joseph Beuys», allestita permanentemente nel 2017, riferita all’azione «Difesa della natura» compiuta nel 1984 a Bolognano, in Abruzzo.

Un’operazione unica che indaga in modo articolato il rapporto di Beuys con Napoli e l’Italia tra il 1971 e il 1985. Un progetto di ricerca tra gli Archivi di Casa Morra, ma anche tra quelli della vasta comunità di studiosi e di artisti, che da sempre accompagnano l’operare della Fondazione Morra.

Giuseppe Morra e Italo Tomassoni © Amedeo Benestante

Olga Scotto di Vettimo, 16 agosto 2021 | © Riproduzione riservata

A Casa Morra l’artista amato dai conigli | Olga Scotto di Vettimo

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