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Chiara Caterina Ortelli
Leggi i suoi articoliBerlino celebra due figure straordinarie della scultura europea con la mostra «Camille Claudel e Bernhard Hoetger. Emancipazione da Rodin», ospitata all’Alte Nationalgalerie dal 6 giugno al 28 settembre, che non solo unisce due artisti i cui destini si incrociarono nella Parigi di inizio ’900, ma che soprattutto illumina il loro percorso di affrancamento dall’ombra «ingombrante» del maestro Auguste Rodin (1840-1917).
Per la prima volta dal 1905, le opere della scultrice francese Camille Claudel (1864-1943) e dello scultore e pittore tedesco Bernhard Hoetger (1874-1949) tornano a dialogare nello stesso spazio espositivo. All’epoca, il gallerista parigino Eugène Blot organizzò una doppia mostra che fu cruciale per entrambi: di Claudel, già affermatasi come una delle scultrici più talentuose ma anche più sottovalutate della sua epoca, furono presentati 12 bronzi, tra cui opere ormai riconosciute a livello internazionale come «La Valse» (1889-1905), «L’Implorante» (1894-1905) e «La Vague» (1897), mentre di Hoetger furono esposte 46 sculture in bronzo insieme a calchi in gesso e disegni, in quella che si dimostrò essere la prima occasione per ottenere un importante riconoscimento internazionale.
L’attuale mostra berlinese riunisce circa 140 opere, tra cui 67 lavori di Claudel e Hoetger, provenienti da collezioni internazionali oltre che dalla stessa Alte Nationalgalerie, dal Kupferstichkabinett e dal Kunstgewerbemuseum. Tra i capolavori di Claudel, veri concentrati di tensione tra grazia e dramma, movimento e introspezione, spicca la scultura «L’Implorante», giunta nella collezione permanente dell’Alte Nationalgalerie nel 2024 grazie al sostegno della Ernst von Siemens Kunststiftung. L’opera non solo colma una lacuna cruciale nel campo della scultura impressionistica aggiungendo un’opera significativa alla collezione di artiste ma testimonia il legame diretto e intimo di Claudel con le opere del suo maestro, mentore e amante, Rodin. Di Hoetger sono invece visibili i bronzi e i gessi ispirati all’Art Nouveau e all’Espressionismo, opere fondamentali per comprendere il clima artistico della Parigi di quegli anni.
Curata da Yvette Deseyve, vicedirettrice dell’Alte Nationalgalerie, con la collaborazione di Sintje Guericke, ricercatrice associata della Alte Nationalgalerie, la mostra si inserisce in una trilogia itinerante: precedentemente allestita al Museo Paula Modersohn-Becker di Brema, dal 12 settembre al 10 gennaio 2026 la rassegna si sposterà al Musée Camille Claudel di Nogent-sur-Seine, in Francia, per completare un percorso europeo di riscoperta e valorizzazione.

Camille Claudel, «La Valse», 1889-1905, Parigi, Lucile Audouy Collection. Photo: Thomas Hennocque