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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliSono numerosi i furti clamorosi che nel corso degli ultimi due secoli sono avvenuti in alcuni dei principali musei del mondo, a partire dalla «madre» di tutte le azioni criminali, ossia la sottrazione della «Gioconda» per mano dell’italiano Vincenzo Peruggia avvenuta nell’agosto 1911 dal Louvre. L’opera venne ritrovata, come così accadde nel caso della sottrazione, a mano armata da parte la Mafia del Brenta di Felice Maniero, di quadri di El Greco, Velázquez, Correggio e Guardi dalla Galleria Estense di Modena (23 gennaio 1992).
Anche i Piero della Francesca, compresa la «Flagellazione di Cristo», sottratti nel 1975 dal Palazzo Ducale di Urbino, rientrarono in sede mentre non si sa nulla (ma erano conservati in chiese, dove la sicurezza è ancora più complicata che nei musei) della «Natività» di Caravaggio rubata a Palermo nel 1969 e della «Madonna con il Bambino» di Guercino sottratta a Modena nell’agosto 2014.
Nel corso del ’900 la criminalità ha rubato Goya (National Gallery di Londra, 1961), Vermeer (Stewart Gardner Museum di Boston, 1990), Munch (Munch Museet di Oslo, 2004), Klimt (Galleria Ricci Oddi di Piacenza, 1997) Van Gogh e Cézanne (Gnam di Roma, 1998).
E non si rubano solo quadri: l’11 maggio 2003 sparì la «Saliera» di Benvenuto Cellini dal Kunsthistorisches di Vienna, ritrovata tre anni dopo in un bosco viennese. Nel 2004 dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi (To) sparirono, per essere individuati dopo quasi due mesi, preziosi mobili di Bonzanigo e Piffetti.
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