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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliIl Musée des Beaux-Arts ricorda che nel Cinquecento la città di Lione fu il «cuore dell’Europa», centro cosmopolita di un’effervescente vita culturale che attirò artisti, mercanti e banchieri, scienziati e intellettuali.
La mostra «Lyon Renaissance. Arte e umanesimo», in corso fino al 25 gennaio, si basa su ricerche recenti che hanno studiato il contesto urbanistico dell’epoca mettendo in evidenza il ruolo strategico della posizione geografica in cui sorge la città, nel punto di confluenza dei fiumi Rodano e Saona, a metà strada tra l’Italia e il nord dell’Europa e non lontano dai Paesi germanici. Altri studi sullo sviluppo della stampa e dell’incisione, o sull’arte dei manoscritti miniati, hanno alimentato le riflessioni del museo.
Ne è nata una mostra con 300 oggetti, che appartengono perlopiù alle collezioni del museo lionese o che giungono da altre istituzioni della città, come il Musée Gadagne, o dagli archivi municipali e dipartimentali (che hanno prestato, ad esempio, un frammento originale delle vetrate della cattedrale di Lione con il volto di un angelo).
Il Musée Gallo-Romain ha prestato la preziosa «Tabula claudiana» con parte del discorso che l’imperatore Claudio tenne in Senato nel 48 d.C., rinvenuta nel quartiere della Croix-Rousse nel 1528 e che ricorda il passato glorioso dell’antica Lugdunum, capitale dei Galli.
Non mancano prestiti dall’estero: dalla Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera arriva il manoscritto dell’Ottavo libro di architettura (1551-54) di Sebastiano Serlio.
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