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Tina Lepri
Leggi i suoi articoliTorino. L’Unesco apre una istruttoria sulle condizioni, ritenute «critiche» di un «bene da tutelare». Dopo l’occupazione, che dura da 21 mesi, ancora problemi quindi per «La Cavallerizza», l’imponente struttura delle Scuderie, parte integrante del Palazzo Reale di Torino, Patrimonio dell’Umanità con le Residenze Sabaude.
Al Mibact e alla Soprintendenza torinese è arrivata la lettera dell’Unesco, firmata dal direttore del centro per il patrimonio mondiale, Mechtild Rössler, che annuncia l’apertura di un procedimento. «Ai sensi del paragrafo 174 delle linee guida per il Patrimonio dell’Umanità vi chiediamo, scrive il direttore alla delegata italiana Vincenza Lomonaco, di verificare il contenuto delle informazioni che abbiamo ricevuto e ci aspettiamo al più presto chiarimenti in proposito».
La richiesta di chiarimenti si riferirebbe all’operazione messa in cantiere dal Comune di Torino, che ha acquistato nel 2007 il complesso monumentale dal Demanio per 14 milioni, tentando allora di venderlo, senza mai riuscirci. L’indagine è conseguenza dell’esposto presentato il 2 ottobre 2015 dallo storico dell’arte Tomaso Montanari e dall’assemblea «14:45», che da quasi due anni occupa le Scuderie Reali per evitare la vendita ai privati di un’area di 22mila metri quadrati.
Il cambio di proprietà è tra le condizioni poste dall’Unesco per «Determinare la diminuzione di protezione di un bene Patrimonio dell’Umanità». Le modifiche dell’assetto proprietario della Cavallerizza furono «autorizzate» nel 2005 dall’allora direttore regionale dei Beni culturali, Mario Turetta, con un atto che apriva anche «a destinazioni residenziali e commerciali, purché non invasive e rispettose del contesto storico».
Il sindaco di Torino Piero Fassino, durante l’assemblea del gruppo «14:45» del 17 febbraio ha rassicurato: «La Cavallerizza avrà destinazione culturale: sarà un borgo dell’arte e dei giovani creativi, un vero distretto culturale fatto di tanti tasselli, dal teatro alla foresteria per gli artisti ospiti dei palchi e dei festival cittadini». Ci sarà, ha detto la neodirettrice dell’Archivio di Stato, Monica Grossi, un luogo della memoria con gli archivi per le carte, i documenti e i disegni degli architetti, dei pittori e degli intellettuali che hanno fatto la storia culturale torinese. «Stiamo cercando di creare una proposta che sia davvero di pubblica utilità», ha promesso.

La Cavallerizza Reale a Torino
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