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Giorgio Guglielmino
Leggi i suoi articoliBello e vagamente inquietante questo piccolo dipinto dell’artista inglese Fiona Banner (1966) che misura appena 18x24 cm. Sotto un cielo plumbeo si vedono, in mezzo alle onde del mare, tre grandi sfere grigie che galleggiano. Il paesaggio marino, dipinto chissà quando, è opera di un artista anonimo e l’intervento di Banner è consistito nel dipingere nel 2023 sopra preesistenti immagini (molto probabilmente tre imbarcazioni) le tre sfere.
Ma che cosa indicano le tre presenze grigie? Il titolo dell’opera a prima vista complica ancora di più la ricerca di un significato. Il lavoro si intitola infatti «Onyx, Optima, Charter» (2023). L’artista è sempre stata attratta dal linguaggio e quasi tutte le sue opere partono da una riflessione sulle parole e sulla scrittura. La stessa Fiona Banner afferma: «La relazione tra lingua parlata, lingua scritta e scultura si basa sulla consapevolezza che le parole sono un’estensione della nostra fisicità. Ho quindi iniziato a esplorare la fisicità delle parole». Le tre parole del titolo sono infatti tipi di caratteri tipografici di scrittura e le sfere del piccolo dipinto sono tre parole che, come tutto il linguaggio, non sono statiche ma si spostano portate dalle onde. La lingua parlata e scritta muta nel tempo, si muove. Le parole a volte affondano, altre volte continuano a galleggiare.
Per sottolineare la totale identificazione tra artista e linguaggio stampato, Fiona Banner nel 2009 si era attribuita un proprio codice Isbn (International Standard Book Number) che identifica a livello internazionale ogni singolo libro. L’artista si è quindi registrata come se fosse una vera e propria edizione vivente con il nome «The Vanity Press». Da quel momento le sue opere sono attribuite a «Fiona Banner aka The Vanity Press». Al di là delle spiegazioni, che poi spesso non sono così importanti, restano il fascino e il mistero di un piccolo delizioso quadro che ci fa immaginare strane storie e mondi immaginari. Questo è il bello.

«Onyx, Optima, Charter» (2023) di Fiona Banner © Cortesia dell’artista e della Frith Street Gallery di Londra
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