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Claudio Costa, «Natura naturata», 1977 (particolare)

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Claudio Costa, «Natura naturata», 1977 (particolare)

Sporcarsi le mani col reale di Claudio Costa

L’antropologia «inclusiva» dell'artista albanese alla Galleria Il ponte

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Laura Lombardi

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La personale di Claudio Costa (Tirana 1942), alla Galleria Il ponte dal 12 novembre-28 gennaio realizzata in collaborazione con l’Archivio Costa, ripropone un momento centrale del percorso dell’artista, che coincide con il ciclo «Antropologia riseppellita», presentato nel 1977 alla sesta edizione di Documenta di Kassel, culmine di quella ricerca che lo aveva portato a creare il «Museo di antropologia attiva» a Monteghirfo, fondata sull’idea di «work in regress» (contrapposto al «work in progress» di Joyce) da lui elaborata, prima di proseguire con le esperienze dei decenni successivi, caratterizzate, specie negli anni ’90, da un’accezione più giocosa.

Sotterrando strumenti del mondo contadino e presentandoli al pubblico racchiusi in casse coperte di fango (vero o simulato che sia), Costa attribuisce a quei reperti una valenza simbolica che può apparire molto in sintonia con la sensibilità dei nostri anni. Unendo attrezzi agricoli, simulacri di un mondo non più recuperabile, e fotografie del mondo rurale, Costa rifugge il tono di celebrazione arcadica per spingerci invece alla meditazione e all’affondo, anche in senso psicanalitico, su un tempo mancato, che può esser salvato solo riaffidando, come notava già Corrado Maltese nel 1977, quei simboli al grembo terrestre.

Avverso a ogni eurocentrismo, e precocemente interessato all’archivio (tema al centro di Biennali dello scorso decennio), Costa dà vita a un tipo di antropologia che definiremmo oggi «inclusiva», come nota Stefano Castelli autore del testo in catalogo, dove l’apertura al mondo contadino significa anche apertura su altri mondi, altre culture, da includere. In questo suo «sporcarsi le mani col reale», Costa riesce a conservare un magico equilibrio tra rudezza espressiva e compiutezza formale, nel quale si riflette anche la sua passione per l’alchimia e il mito. L’interesse per Costa è confermato dalla mostra nella galleria Michela Rizzo a Venezia, curata dallo stesso Castelli, che vede protagonista Costa insieme a Hermann NItsch (fino al 20 novembre)

Claudio Costa, «Natura naturata», 1977 (particolare)

Laura Lombardi, 11 novembre 2021 | © Riproduzione riservata

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Sporcarsi le mani col reale di Claudio Costa | Laura Lombardi

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