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Camilla Bertoni
Leggi i suoi articoliLe Case Mazzanti sono un complesso di abitazioni di origini medievali, rimaneggiato più volte, con stratificazioni di affreschi che vanno dalle insegne delle botteghe trecentesche fino alle grandi figure allegoriche dipinte nel 1531 da Alberto Cavalli, allievo di Giulio Romano.
Affacciate su Piazza delle Erbe e di proprietà private, sono uno dei brani di storia e arte più alti di Verona. Dopo il restauro risalente agli anni ’80, limitato alle figure allegoriche, gli architetti veronesi Ferdinando Forlati e Andrea Aloisi, stanno dirigendo un articolato cantiere: oltre a rivedere il lavoro di quarant’anni fa, il restauro sta recuperando parti mai affrontate, come il loggiato al primo piano apposto nel XVI secolo sulle strutture medievali (dove stanno emergendo le antiche insegne degli speziali e le colonnine con i capitelli istoriati originali), il lato con il vòlto Barbaro, dove sta emergendo un fregio continuo, e il retro verso Piazza dei Signori.
Ma il progetto di valorizzazione del complesso, che ha richiesto preliminari accordi con i vari proprietari, vuole anche dotare le case di una nuova illuminazione e, in speciali occasioni, della possibilità di offrire una ricostruzione virtuale degli affreschi del 1531, molto sbiaditi, attraverso la proiezione dei disegni ottocenteschi del pittore veronese Pietro Nanin.
Del progetto, approvato dal soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Vincenzo Tinè, elaborato su iniziativa di Officina della luce, e presentato da Sergio Macchioni e Diego Zappa con l’Ordine degli Architetti di Verona, si immagina un’estensione a tutta la città per un «museo virtuale di Verona Urbs Picta». Sostenute dai privati le spese del restauro, ora si cercano finanziamenti per l’illuminazione e il videomapping.

L'architetto Ferdinando Forlati
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