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Quando il tic diventa Pop

Mariella Rossi

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Una trentina di dipinti di Severino Del Bono sono esposti da Vecchiato Arte fino al 21 maggio

Patrocinata dal Comune di Padova, la personale è corredata di catalogo con testo critico di Luca Beatrice. La collaborazione della galleria con l’artista bresciano (classe 1966) prosegue dal 2009. Del Bono esercita il genere del ritratto tradizionale, reinterpretato attraverso le esperienze della pittura americana del secolo scorso. Il soggetto ricorrente è il volto femminile: in mostra una sequenza di primi piani ove vi è sempre un ostacolo che ne impedisce la visione completa.

Vari oggetti coprono gli occhi delle modelle, evitando che l’osservatore ne incontri lo sguardo. È una situazione di incomunicabilità che isola le donne raffigurate, congelandole in istanti di intense espressioni emotive, per esempio mentre gridano o piangono. Questi volti sono come maschere attraverso cui l’artista tenta di controllare e di opporsi al caos della quotidianità. La forte tensione che caratterizza le immagini è sottolineata dallo sfondo sempre piatto e monocromo, simile a un set fotografico.

La vicinanza con l’universo pop emerge sia nei soggetti sia nei contenuti: «La ritrattistica di Del Bono, osserva Luca Beatrice, è pop per la sua capacità di rendere le persone che ritrae oggetti di un desiderio universale». L’idea di volto-oggetto propria della Pop art, si riconosce nei tic e nelle smorfie rappresentati da Del Bono. Oggi il desiderio «non è quello erotico della donna-oggetto, ma quello più urgente di vedere, di essere guardati e di guardare», precisa il curatore. Le opere di Del Bono penetrano a fondo in quella sensibilità di superficie sdoganata dall’arte d’Oltreoceano, evocando nell’attenta precisione dei dettagli l’Iperrealismo americano.

Mariella Rossi, 03 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

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