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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliParis Tableau accoglie per la prima volta opere moderne a Palais Brongniart
Non più solo Medioevo e Barocco. Per la prima volta Paris Tableau si apre all’arte di fine ’800-primi ’900 pur restando per gli esperti del settore il salone internazionale della pittura antica, la cui quinta edizione si tiene dall’11 al 15 novembre come di consueto al Palais Brongniart. Quest’anno partecipano 23 gallerie di pittura e due gallerie di cornici (Antonio Béchet di Parigi e Enrico Ceci di Modena). Una delle opere più antiche, una «Vergine con il Bambino, san Sebastiano e san Bernardino da Siena» del Maestro di Staffolo, artista del ’400 attivo a Fabriano, con la Madonna che guarda lo spettatore negli occhi, si trova da Moretti Fine Art (Firenze, Londra, New York).
Tra le più inedite, c’è la «Santa Maria Egiziaca» di Pacecco de Rosa, artista del Seicento napoletano, che Maurizio Nobile (Bologna, Parigi) espone per la prima volta. Per i ritratti, segnaliamo la «Margherita Gonzaga, Duchessa di Lorena» di Frans Pourbus il Giovane alla Weiss Gallery (Londra) e l’«Autoritratto» di Émile Friant da Agnews (Londra). La galleria Art Cuéllar-Nathan (Zurigo) ha invece il privilegio di presentare una delle «Onde» che Gustave Courbet dipinse tra il 1869 e il 1872.
Le gallerie italiane di pittura presenti sono tre. Da Roma, la Giacometti Old Master Paintings presenta un «Bacco ebbro che coglie l’uva» di ispirazione caravaggesca dello Pseudo Salini, artista romano della metà del XVII secolo, riscoperto di recente e appena restaurato, mentre da Carlo Virgilio troviamo il doppio ritratto di Ferdinando e Maria Anna d’Asburgo-Lorena, bambini, di Anton Raphael Mengs. La Porcini di Napoli propone da parte sua un piccolo ma prezioso olio su lavagna di Michelangelo Cerquozzi, il «Buon ladrone», comparso per qualche tempo nell’inventario della collezione del cardinal Chigi. Se tutte le gallerie sono specializzate in dipinti di antichi maestri europei, ci sono quelle che, come accennato, non esitano a fare incursioni in tempi più recenti. Segnaliamo allora un’opera per tutte, da Stoppenbach & Delestre (Londra), un Henry Moret del 1891, «Les Chaumes en Guidel», con una forte influenza di Gauguin.
Una novità di questa edizione, dedicata al tema del savoir vivre, è il percorso «Arte e vino» (organizzato dalla società assicuratrice Axa Art) con un’iconografia ispirata alla figura del dio Bacco e tanto di degustazione tra gli stand. A margine del salone, l’11 novembre, si tiene il convegno «La pittura barocca negli Stati Uniti» presieduto da Keith Christiansen, presidente del Dipartimento dei dipinti europei al Metropolitan di New York, e da Anna Ottani Cavina della Fondazione Federico Zeri.
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