Image
Image

Palazzo Crivelli salvato dagli inquilini

Federico Castelli Gattinara

Leggi i suoi articoli

Di origini milanesi, Giovan Pietro Crivelli (probabilmente ritratto da Lorenzo Lotto) fu facoltoso orefice legato alla corte papale, console e camerlengo dell’Università degli orefici di Sant’Eligio. Attorno al 1538 si fece erigere un palazzetto in via dei Banchi Vecchi che oggi è un unicum per la sua facciata interamente decorata a stucco, appena restaurata da Antonio Forcellino su progetto e direzione lavori di Marco Del Bufalo, con l’alta sorveglianza di Lucia Calzona per il Polo museale di Roma. Buona parte del nostro patrimonio è sparso sul territorio ed è proprietà di privati, «alcuni dei quali, come in questo caso, sono dei benemeriti della cultura. Si fanno carico della conservazione con grande sensibilità e passione, bisognerebbe aiutarli di più, sottolinea la Calzona, anche a livello normativo».
Il restauro nasce da alcuni distacchi avvenuti circa un anno fa. I lavori sono costati 100mila euro interamente sborsati dagli inquilini. Gli ultimi interventi risalivano agli anni Settanta (chiodatura degli stucchi) e Novanta (risarcimenti in resina bianca). Montati i ponteggi, ci si è accorti del grave stato di deterioramento dei rilievi, che non solo si stavano sgretolando in superficie, ma anche staccando dalla parete.
Si è usato quindi il silicato di etile per un primo consolidamento e poi l’acqua di calce, servita contestualmente a rinsaldare gli stucchi e a fornir loro la giusta patinatura ricreandone la pelle. La delicatezza del materiale ha suggerito di pulire depositi e croste nere con grande cautela e fin dov’era possibile, cercando poi di uniformare le aree più scompensate per restituirne leggibilità. Per questo le parti mancanti sono state evidenziate semplicemente velando con una tonalità più scura le loro impronte sull’intonaco. Il restauro ha fatto emergere sia la preparazione sia diversi punti di doratura, in particolare sulle ali e i riccioli dei putti del fregio tra primo e secondo piano. La mirabile fattura rimanda, secondo Lucia Calzona, alla cerchia di Perin del Vaga; sono del resto attestati i rapporti con Crivelli ed evidenti le affinità stilistiche con gli affreschi a Castel Sant’Angelo e non solo.
Di fattura meno pregiata gli stucchi della parte destra, aggiunta probabilmente nel Seicento, mentre l’attico è del 1890. I rilievi sommitali, separati da una decorazione ad arco di trionfo romano, raffigurano Carlo V che bacia il piede a Paolo III Farnese e il papa che riconcilia l’imperatore con Francesco I. Gli stemmi abrasi rimandano ai papi Giulio II, Urbano III (un Crivelli) e Paolo III.

Federico Castelli Gattinara, 29 aprile 2015 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Tra Foro Romano e Palatino sono stati ritrovati i resti di una lussuosa dimora con una sala per banchetti a forma di grotta e uno straordinario mosaico impreziosito con conchiglie, vetri e tessere blu egizio

Si inizia con l’enigmatico scultore ateniese. Altre due monografiche saranno dedicate a Prassitele e a Skopas

Stéphane Verger nel chiostro di Michelangelo ha fatto eseguire interventi su sette teste di animali antiche (quattro di età adrianea e tre rinascimentali) e ne ha commissionata un’ottava a Elisabetta Benassi

Lo scavo condotto dalla Soprintendenza speciale di Roma ha riportato alla luce strutture in laterizio e un sontuoso apparato decorativo riconducibili a una committenza di altissimo rango, quasi sicuramente imperiale

Palazzo Crivelli salvato dagli inquilini | Federico Castelli Gattinara

Palazzo Crivelli salvato dagli inquilini | Federico Castelli Gattinara