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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliA quasi cinque anni dal suo trasferimento provvisorio presso il MAMbo, il Museo Morandi, fondato nel 1993 a Palazzo d’Accursio secondo quanto definito nell’atto di donazione di Maria Teresa Morandi, trova definitivamente casa presso lo stesso MAMbo, sede della Galleria d’Arte moderna e contemporanea della città. La decisione è dunque ufficiale: il Museo Morandi, che ospita 152 opere di proprietà comunale del maestro bolognese, resterà al MAMbo per sempre, mentre la ricostruzione della sua stanza da letto resterà presso la casa natale di via Fondazza, anch’essa di proprietà civica.
Queste opere donate nel 1991 dall’ultima erede Morandi, la sorella del pittore Maria Teresa, sono infatti nella sede dell’ex Forno del Pane dal 18 novembre 2012, pochi mesi dopo il terremoto che colpì duramente l’Emilia-Romagna. Sta ora al nuovo direttore del museo, il torinese Lorenzo Balbi (cfr. lo scorso numero, p. 29), prevedere a breve un nuovo allestimento. Il tutto nel pieno di furenti polemiche, poiché molti operatori culturali e la collezionista Cecilia Matteucci non condividono la scelta voluta dal sindaco Virginio Merola e dal presidente di Istituzione Bologna Musei Roberto Grandi. Il ricorso a pareri legali, del resto, era inevitabile (i contrari all’operazione si sono rivolti all’avvocato civilista Luigi Balestra) poiché il prezioso lascito morandiano è vincolato a Palazzo d’Accursio anche se dal 2013 è d’accordo con il trasferimento definitivo anche Carlo Zucchini, garante della famiglia Morandi per l’importante donazione.
Ma c’è appunto chi non si arrende e fa ricorso, come Elisabetta Brunelli, presidente di Ape-Confedilizia di Bologna. Nei giorni scorsi il presidente Grandi ha riunito i collezionisti proprietari delle opere di Morandi depositate al MAMbo (oltre a quelli donati ne sono infatti presenti altri, di 17 diverse raccolte private cittadine). Spiega Grandi: «Abbiamo illustrato la volontà di progettare e realizzare un riallestimento della collezione Morandi con una sua precisa e riconoscibile identità. Il progetto curatoriale sarà affidato allo staff interno e ci sarà anche un comitato di esperti che porterà avanti una riflessione approfondita in merito al percorso espositivo delle opere. La presenza nello stesso edificio delle collezioni del MAMbo offrirà spunti per sottolineare la riconosciuta contemporaneità della ricerca di Morandi». Di diverso parere la storica dell’arte Marilena Pasquali, fino al 2001 responsabile del Museo Morandi: «Manca la chiarezza e non comprendo per quale motivo vogliano a tutti i costi tenere le opere al MAMbo», dichiara.
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