Luca Scarlini
Leggi i suoi articoliLe vicende tragiche del colonialismo italiano hanno sempre trovato un incrocio evidente nelle ricerche culturali coeve. Nel 1911 il colpo di mano in Libia era stato preceduto da numerose campagne di scavo archeologiche, come anche da pubblicistica di scrittori e giornalisti che volevano dimostrare come il Paese fosse, in spirito, romano, per i numerosi resti archeologici ancora reperibili sul territorio. Lo stesso accadde al momento dell’invasione dell’Etiopia nel 1935: l’enorme messe di interventi voleva dimostrare che il Paese, roccaforte cristiana in terra africana di Islam, fosse naturalmente propenso a ricevere il dominio del Paese cattolico per eccellenza. Ovviamente non fu così: e nel panorama di un Governo repressivo e tremendo (basti citare il celebre episodio della strage al monastero Debrà Libanòs, silenziata dalle memorie nazionali), iniziarono anche numerose spoliazioni di oggetti d’arte e di archeologia. Il libro di Massimiliano Santi ricostruisce precisamente, con una messe di documenti, il caso più paradossale, quello de La stele di Axum, da bottino di guerra a patrimonio dell’umanità. Una storia italiana (con introduzione di Angelo Del Boca). L’obelisco rapito alla città santa, oggi patrimonio dell’Unesco, nel 1935, venne allestito al Circo Massimo e divenne simbolo della conquista del Paese africano, esibito nel 1937 (come Santi ben analizza) al momento delle celebrazioni del quindicennale della Marcia su Roma. Anche se nel 1947 la Repubblica venne condannata a pagare i danni di guerra, solo nel 2005, dopo una diatriba infinita, il monumento è potuto infine tornare alla sua dimora. Gli oggetti d’arte etiopici spesso, malgrado ogni dovere di restituzione, sono stati considerati da molti come «meglio tutelabili» nel Belpaese, con motivazioni a dir poco inverosimili. Un destino analogo toccò d’altra parte al simbolo dell’Etiopia, il monumento del Leone di Giuda, a lungo esposto incongruamente di fronte alla stazione Termini e restituito solo nel 1970 durante la visita ufficiale dell’anziano negus Hailé Selassié.
La stele di Axum, da bottino di guerra a patrimonio dell’umanità, di Massimiliano Santi, 262 pp., ill., Mimesis, Milano 2014, € 20,00
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