Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Un momento del restauro di una tavola del polittico

Image

Un momento del restauro di una tavola del polittico

La santa Sabina veneziana per dieci giorni a Roma

Federico Castelli Gattinara

Leggi i suoi articoli

Il monastero di San Zaccaria a Venezia, che accoglieva fanciulle delle più nobili famiglie della Serenissima, è stato uno dei più importanti e prestigiosi della città sia al livello storico-politico che artistico. Non stupisce allora che nella sola cappella di San Tarasio, già presbiterio della vecchia chiesa rinnovata e conclusa da Mario Codussi nel 1490, accanto agli affreschi giovanili di Andrea del Castagno e Francesco da Faenza ci siano ben tre splendidi polittici gotici intagliati e dorati, con tavole dipinte, firmate e datate 1443 da Antonio Vivarini e dal cognato Giovanni d’Alemagna.
Al centro, sull’altare, il grande polittico della Vergine, il cui restauro reso possibile dal sostegno del Stichting Nederlands Venetië Comité e ultimato nel 2011 ha permesso di attribuire con certezza al pittore muranese la grande tavola dipinta collocata sul retro, diventata quasi monocroma. A destra e sinistra i polittici del corpo di Cristo e di santa Sabina, quest’ultimo restaurato dall’Iscr su progetto e coordinamento di Albertina Soavi e Gloria Tranquilli e la direzione storico-artistica di Daila Radeglia.
Roma non è Venezia, la cappella di San Tarasio poi ha un tasso d’umidità relativa tra il 70 e il 90% a causa di una sottostante cripta sempre allagata. Per questo è stato studiato un sofisticato sistema di monitoraggio e mantenimento delle stesse condizioni termoigronometriche per le sei tavole portate a Roma, sull’esempio di un analogo intervento degli anni Settanta messo a punto da Paolo Mora per la «Deposizione» di Raffaello della Galleria Borghese.
Le tavole, disposte su due registri, ritraggono su fondo oro i santi Gerolamo, Sabina e Lizerio per intero, Margherita e Agata a mezzo busto, un angelo con cartiglio al centro. L’ultimo intervento risaliva a 30 anni fa, i supporti in legno di pioppo sono stati trovati in buono stato ma la superficie pittorica presentava sollevamenti, piccole cadute di colore, ritocchi alterati e una diffusa ossidazione.
Dopo aver eseguito tutte le indagini diagnostiche, il restauro, svolto in collaborazione col Polo Museale di Venezia e col sostegno di privati (Comitati Olandesi, Save Venice, The Venice International Foundation, Arterìa), ha portato al consolidamento e riadesione al supporto di tutti gli strati pittorici, pulitura delle superfici, stuccatura delle lacune e successiva reintegrazione, applicazione di uno protettivo finale. Le sei tavole hanno ritrovato oggi la luce delle dorature, la sontuosità delle stoffe, la dolcezza degli incarnati e lo splendore della vegetazione (arbusti di rose).
Prima di rincasare sono eccezionalmente in mostra per dieci giorni nell’affascinante laboratorio dell’Istituto, gratuitamente, dal 10 al 20 febbraio (visite guidate solo su prenotazione ore 10.00, 11.00, 12.00 e 14.30, prenotazioni allo 0667236228 ore 11.00-13.00).

Un particolare del polittico di Santa Sabina di Antonio Vivarini e Giovanni d'Alemagna

Un particolare del polittico di Santa Sabina di Antonio Vivarini e Giovanni d'Alemagna

Un particolare del polittico di Santa Sabina di Antonio Vivarini e Giovanni d'Alemagna

Un momento del restauro di una tavola del polittico

Un particolare del polittico di Santa Sabina di Antonio Vivarini e Giovanni d'Alemagna

Un particolare del polittico di Santa Sabina di Antonio Vivarini e Giovanni d'Alemagna

Federico Castelli Gattinara, 09 febbraio 2015 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Tra Foro Romano e Palatino sono stati ritrovati i resti di una lussuosa dimora con una sala per banchetti a forma di grotta e uno straordinario mosaico impreziosito con conchiglie, vetri e tessere blu egizio

Si inizia con l’enigmatico scultore ateniese. Altre due monografiche saranno dedicate a Prassitele e a Skopas

Stéphane Verger nel chiostro di Michelangelo ha fatto eseguire interventi su sette teste di animali antiche (quattro di età adrianea e tre rinascimentali) e ne ha commissionata un’ottava a Elisabetta Benassi

Lo scavo condotto dalla Soprintendenza speciale di Roma ha riportato alla luce strutture in laterizio e un sontuoso apparato decorativo riconducibili a una committenza di altissimo rango, quasi sicuramente imperiale

La santa Sabina veneziana per dieci giorni a Roma | Federico Castelli Gattinara

La santa Sabina veneziana per dieci giorni a Roma | Federico Castelli Gattinara