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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliNel 1967 e nel 1968, il collezionista Mario Astarita offrì a Paolo VI, attraverso due donazioni, la propria cospicua raccolta di vasi greci, etruschi e italioti. La collezione, confluita nelle raccolte dei Musei Vaticani, venne esposta, a partire dal 1971, nella Sala cosiddetta del Pomarancio nel Museo Gregoriano Etrusco.
Le Edizioni Musei Vaticani, dopo aver editato, nel 2002 e nel 2012, due cataloghi della Collezione Astarita, rispettivamente rivolti alla ceramica attica a figure nere, e alla ceramica di produzione non attica (entrambi curati da Mario Iozzo), pubblicano ora il volume La Collezione Astarita nel Museo Gregoriano Etrusco. Ceramica attica bilingue a figure rosse e vernice nera, a cura di Giulia Rocco, con i contributi di Jasper Gaunt, Mario Iozzo e Aaron J. Paul.
Il catalogo scientifico, al termine di un complesso lavoro di ricerca storico-archivistica durato oltre un decennio, è rivolto alla classificazione di 424 vasi e frammenti, di cui ben 239 hanno ora un’attribuzione, per un totale di 160 tra ceramisti, pittori e gruppi.
Ciascun reperto è descritto analiticamente e catalogato nel primo dei due volumi che compongono l’opera, mentre nel secondo volume, contenente le tavole, i vasi sono illustrati e, nel caso dei frammenti, rielaborati graficamente.
Emerge un repertorio esaustivo, dal ricco apparato critico, con bibliografia aggiornata e notevoli scoperte relative alla ricomposizione di frammenti Astarita con esemplari conservati in altri musei, come nel caso dei frammenti di una kylix del Pittore di Londra D 12 che possono essere associati a esemplari della Collezione Campana del Louvre.
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