Giuseppe Mancini
Leggi i suoi articoliUn thriller storico, con lieto fine. Un prezioso volume miniato antico di un millennio con i testi evangelici, conservato fino al 1917 nel monastero greco della Vergine Eikosiphinissa (noto come Kosinitza, nei pressi di Drama) e finito nel discusso Museo della Bibbia di Washington, verrà restituito ai legittimi proprietari. Il manoscritto era stato razziato da bande irregolari bulgare durante la Prima guerra mondiale: parte di un bottino di 430 manoscritti e di 470 altri oggetti tra libri a stampa, icone, reliquie e oggetti per il culto.
Alla fine della guerra non sono stati restituiti dalla Bulgaria, a differenza di quanto previsto dal Trattato di Neully; circa 300 dei volumi sono nel Centro per gli studi slavo-bizantini di Sofia. Altri, sin dagli anni Venti, sono finiti in biblioteche universitarie e collezioni private in tutto il mondo. Il «manoscritto 220» è stato prodotto in uno scrittorio dell’Italia meridionale bizantina; compilato in greco, misura 18x13,5 cm e 7,6 di spessore.
È stato donato al museo americano nel 2014 dalla Green Collection, che l’aveva acquistato da Christie’s tre anni prima. Nel 2019, è stato individuato dai suoi curatori, grazie a dei segni contraddistintivi e alle iniziali «MK», come parte di quelli trafugati dal monastero greco e rivenduti. I funzionari del museo hanno poi contattato il patriarca greco-ortodosso Bartolomeo, a Istanbul, per concordare la restituzione: avverrà nell’ottobre 2021 durante la visita del leader religioso negli Stati Uniti. Il museo riceverà in prestito tre altri manoscritti dalla biblioteca del Patriarcato.
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