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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliRecanati (Macerata). L’orto-giardino sul colle in cui Giacomo Leopardi maturò i versi dell’Infinito conoscerà una nuova vita con un progetto di recupero che esclude atti di spettacolarizzazione grazie a un accordo siglato tra il Fai, il Comune di Recanati, il Centro Nazionale di Studi Leopardiani e il Centro Mondiale della Poesia e della Cultura «Giacomo Leopardi». I lavori, per ora in via ipotetica, si concluderanno nel 2019. Il progetto è affidato al paesaggista Paolo Pejrone. Che descrive come intende agire in una nota: «Innanzitutto la siepe (quella della poesia, ovviamente, Ndr): il fermo punto d’arresto, il corposo diaframma tra l’uomo e l’orizzonte. Una siepe viva ma immobile, un volume vegetale e silenzioso che sta tra il mondo conosciuto, coltivato, amato e l’Ignoto…».
Fioriture per arrivare alla siepe
In pratica il Fai, che si era detto critico su alcune ipotesi prospettate a suo tempo dal Comune (vedi sotto tra gli articoli correlati) restaurerà l’orto-giardino con le sue piante, i muretti, il prato, le siepi, poi aprirlo al pubblico. È la porzione del Colle descritta come Orto delle Monache accanto alla casa del poeta, nel luogo dove si vuole che Leopardi abbia ideato la poesia più nota ai lettori nel 1819. Per riprendere le parole di Pejorne, «per arrivare alla siepe si passerà accanto ad alcuni piccoli orti di verdure e misti di fioriture facili, allegre e sostenibili, contornati da semplici prati. Tramite alcune pergole, ombrose d’estate e luminose d’inverno, ci si imbatterà in vari arbusti e alberi da frutta… Ai piedi terra battuta e ghiaia, e, di notte, un’illuminazione tenue, leggera e sobria…».
Parallelamente, il Fondo Ambiente allestirà nel Centro di Studi Leopardiani (presieduto da Fabio Corvatta) uno spazio sugli aspetti filosofici, letterari e spirituali dell’opera del poeta recanatese e ricostruirà in un video la storia del luogo dalla prima chiesa di Santo Stefano al monastero delle Clarisse: questo spazio farà da anticamera all’orto-giardino.
«Nessuna spettacolarizzazione»
«È un recupero ambientale, afferma il sindaco Francesco Fiordomo, per suscitare emozioni e momenti educativi, di crescita individuale e di comunità». Qualcuno teme effetti da luna park? Marco Magnifico, l’instancabile vicepresidente esecutivo del Fai, sgombra il campo: «Il progetto si propone di restituire all’orto-giardino la sua funzione originaria, di spazio scarno, essenziale, privo di ogni elemento di rilievo, distrazione e spettacolarità, chiuso verso l’esterno, per permettere al visitatore di rivivere, con i propri mezzi e la propria sensibilità, l’esperienza interiore di Leopardi tutelandone l’identità storica». Ma se si rallegra dell’accordo anche perché lo ritiene di portata nazionale, il sottosegretario del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Ilaria Borletti Buitoni non può non dirsi preoccupata per il paesaggio italiano perché «è ancora troppo incerta l'approvazione della legge sul consumo di suolo prima della fine della legislatura».
Apre la casa di Silvia
Sempre per restare in casa Leopardi, i discendenti del poeta-filosofo hanno aperto al pubblico nelle scuderie del palazzo della famiglia la casa dove visse la sua breve esistenza Teresa Fattorini, la ragazza diventata Silvia in una delle poesie più celebri del canone italiano. A ingresso gratuito almeno fino a settembre, qui proprio il Fai raccoglie fondi per la ricostruzione del cinquecentesco Oratorio della Madonna del Sole, Capodacqua, frazione di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), che il terremoto ha lesionato in misura molto pesante.
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L'Orto delle Monache sul colle dell'Infinito a Recanati (Mc). Foto © Fai-Fondo Ambiente Italiano
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