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Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoliVerona. Il mito shakespeariano, è risaputo, continua a costituire una delle componenti più attrattive per i turisti che visitano la città scaligera. Non tutti però sanno che a inventare e alimentare il culto degli ipotetici luoghi di Romeo e Giulietta fu, negli anni Trenta, Antonio Avena, allora direttore dei Civici musei. È a lui che si deve ad esempio il restauro e la trasformazione di un edificio d’impianto duecentesco, in seguito ampiamente rimaneggiato, divenuto la casa museo di Giulietta che, con il suo altrettanto celebre balcone, solo nel 2016 ha totalizzato 330mila visitatori.
Il balcone, percorso da un duplice ordine di arcatelle, lì vi venne collocato nel 1939, frutto dell’assemblaggio di diversi componenti (la parte più antica è duecentesca e proviene dai palazzi scaligeri, le mensole su cui si regge ben più tarde) e dalla diversa natura lapidea: marmo ammonitico rosso di Verona, pietra tenera di Quinzano e pietra di Costozza.
Oggi il manufatto si presenta ai visitatori fresco di restauro grazie all’impegno dell’azienda veronese Tecnored che ha proposto e finanziato l’intervento (per un importo di 38mila euro) fornendo inoltre il trattamento idrorepellente per cui è specializzata. Le necessarie indagini preliminari (mineralogiche e prove di carico incluse) hanno evidenziato scagliature, esfoliazioni, presenza di crosta nera ma nessuna lesione strutturale. In 11 giorni si è provveduto in seguito alle necessaria pulitura, a rinsaldare il materiale lapideo a rischio distacco con microiniezioni, alla stuccatura di crepe e cavillature nonché all’applicazione dell’idrorepellente incolore.
Giovedì 16 novembre, la presentazione ufficiale alla stampa durante la quale Paolo Mariani, titolare e amministratore unico di Tecnored, ha manifestato l’impegno nell’offrire una periodica e necessaria manutenzione per il celebre manufatto.

Il balcone di Giulietta a Verona
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