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Giuseppe Mancini
Leggi i suoi articoliL’altopiano di Eleke Sazy, nelle steppe del Kazakistan nord-orientale, continua a restituire corredi funerari con gioielli e lamine in oro di sovrani e principi degli Sciti Saka, popolazione nomade indoeuropea conosciuta per le sue abilità nell’oreficeria. Una spedizione dell’Università nazionale Al-Farabi ne ha riportato alla luce uno piuttosto inusuale: 850 pezzi, trovati non all’interno di una tomba ma vicino al tumulo (o kurgan), al suo esterno.
Nell’area le sepolture, quasi tutte saccheggiate, sono circa 200 a formare una vera e propria necropoli. L’ipotesi degli archeologi è che il defunto abbia continuato a essere venerato ben dopo la sua morte e che quindi a essere state rinvenute siano delle offerte votive, lasciate per lo spirito dell’antenato. L’oro è a 22 carati; a circa 150 metri dal tumulo sono emersi i resti di una fucina per produrli anche in loco.
I gioielli risalgono al V o IV secolo a.C., sono in gran parte decorazioni di imbracature e finimenti di cavalli in foglia d’oro; ma ci sono gioielli veri e propri, alcuni lavorati con la tecnica della granulazione, altri con inserti in pietre semi-preziose. Gli animali raffigurati sono grifoni, cervi, mufloni dalle grandi corna e un inedito felino dalle grandi orecchie.

Gioiello scita a foggia di muflone dalle grandi corna

Gioiello scita a foggia di cervo
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