Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliFirenze. «Firenze Greenway» è il progetto elaborato dalla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che intende coinvolgere istituzioni pubbliche e private (tra cui Comune, Regione e Soprintendenze, ma anche l’ufficio Unesco di Firenze), per realizzare, come a New York e a Parigi, una passeggiata con viste di grande attrattiva sulla città.
Il progetto, di cui è responsabile l’architetto Maria Chiara Pozzana, intende valorizzare un’area di verde nel cuore della città, tutta collocata Oltrarno su una superficie di 260 ettari, favorendo il decongestionamento delle zone più affollate della città, come sottolinea Gabriele Gori, direttore generale dell’Ente Cassa, e svelando percorsi inediti al turista medio.
Il percorso, di circa 15 km, partirebbe dal Giardino Bardini, attraversando il Giardino di Boboli, le Scuderie di Porta Romana, l’area verde di Bobolino, il Viale dei Colli, il viale e il giardino del Poggio Imperiale, per poi ritornare sul Viale dei Colli e raggiungere il piazzale Michelangelo dove sono il Giardino dell’Iris e il Giardino delle Rose e concludersi nuovamente al Giardino Bardini.
Di fatto quel percorso esiste già: la Greenway si ricollegherebbe al progetto di Giuseppe Poggi, l’architetto che dopo la metà dell’Ottocento trasformò, seppur tra mille polemiche (specie degli artisti), Firenze in città più moderna, realizzando i famosi viali di circonvallazione sul modello haussmaniano. Nel suo volume Sui lavori per l’ingrandimento di Firenze (1864-1877) pubblicato nel 1882, Poggi spiegando i motivi di alcune sue scelte, sottolinea le sue preoccupazioni tese a mantenere le viste aperte sul bellissimo paesaggio «Solo nel commettere le espropriazioni per alcuni tratti, scrive, io ebbi in vista di profittare delle belle visuali, e di estendere l’occupazione dei terreni affine di impedire che i frontisti potessero in più modi danneggiarlo ed imporvi dannose servitù...».
Il viale dei Colli è infatti pensato da Poggi come una sorta di grande Boboli, di parco moderno che amplia quello mediceo-lorenese; un viale concepito come un grande giardino all’inglese a scala urbana. All’oggi si tratterebbe dunque di restaurare, salvaguardandoli, elementi storici preesistenti e di aggiungere attrezzature. «Il tema ha interessi storici, ma anche attuali, osserva l’architetto Pozzana, in quanto oggi è necessario interpretare il bisogno di città-campagna (…) Dopo l’inaugurazione del giardino Bardini nel 2005 il primo tratto della Greenway è stato reso fruibile dal giardino Bardini sino a Boboli e al piazzale di porta Romana, ma tutto il restante tratto è oggi più simile a un giardino negletto e a un percorso veicolare».
Marcella Antonini Segretario generale della Fondazione Bardini Peyron nota come tale iniziativa, a cui la Fondazione riflette dal 2001, assuma valenza particolare «sia alla luce del nuovo sito Unesco Ville Medicee ed in particolare in rapporto all’area della Villa di Poggio Imperiale, e sia in rapporto alle problematiche della viabilità e dei percorsi verdi in particolare nell’Oltrarno in relazione al piano di gestione del sito Unesco Firenze Centro Storico»; e aggiunge quanto la vera sfida di Firenze sia passare alla contemporaneità proprio utilizzando l’eredità del passato e immaginando un nuovo paesaggio urbano per la città del futuro.

Il Giardino dell'Iris
Altri articoli dell'autore
Identità culturale e linguaggio sono i temi dell’artista indiana, la tensione e il limite nel tempo e nello spazio quelli del vicentino. All’Arco dei Becci il colombiano che da ragazzino dipingeva con i numeri
Per il riallestimento del Salone nel Museo del Bargello, su quasi 2mila metri quadrati di superfici, pareti, volte, decorazioni architettoniche (costoloni e balze) ed elementi lapidei, sono state coinvolte professionalità interne ed esterne al museo
Strumentazioni avanzatissime svelano inattesi dettagli sotto la superficie pittorica: un convegno in corso a Firenze conferma come l’aspetto conoscitivo della tecnica sia fondamentale per la lettura del contenuto dell’opera, aprendo un nuovo capitolo di studi
In due giornate di convegno, il 15 e il 16 aprile, si farà il punto su quanto è emerso in quattro anni di analisi diagnostiche e restauri degli affreschi di Masolino, Masaccio e Filippino Lippi nella Chiesa di Santa Maria del Carmine