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Famolo strano

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Gaggero & Luccardini

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Caro Gaggero,
nella Londra di oggi ti fanno costruire un grattacielo solo se è strano. Forse questo è l’espediente per consentire ai suoi frequentatori occasionali di trovarlo subito nel panorama delle torri in città. La gente che come noi ama vezzeggiare queste stranezze, li battezza coi nomignoli giusti: il cetriolo, la scheggia, il walkie-talkie. In un posto così per farti notare devi fare cose veramente strane, perciò la pubblicità di una rete di affittacamere ha pensato di fare un cottage galleggiante che oltre alle camere da letto e i bagni ha anche un cortiletto e la cuccia del cane. Son tutti segni del pessimo destino che avrà l’architettura. A Suzhou, in Cina c’è una ditta che ti costruisce in 24 ore una casa di 200 metri quadrati con una gigantesca stampante 3D. E questo è solo l’inizio. 
Luccardini

Caro Luccardini,
il cottage è molto carino e non è un caso. Fa sognare di più il navigare in una romantica casetta sul Tamigi che l’annullarsi in un’anonima suite del suppostone, anche se d’autore. Mi riferisco a uno dei tanti famosi grattacieli londinesi e non solo. L’idea della casetta navigante, nonostante sia piuttosto inquietante, resta gradevole e simpatica. Nell’accozzaglia postmoderna e globalizzante del vale tutto, anzi meglio se strano e assurdo (magari riuscirci) è il massimo: riemergono arcaici richiami, nostalgie di fiabe da ragazzini, sapore di sogni. Il dilemma, sempre che abbia senso in questo contesto, è tra eterogeneità e regola. Lo stridore, la contrapposizione di forme, di messaggi, di sensi, è conseguenza deterministica di diverse traiettorie, la regola è la nostalgia di ciò che non si riesce a padroneggiare ma che spunta dove meno te l’aspetti. Anche in una casetta azzurra  alla deriva con motore sul vecchio Tamigi. 
Gaggero

Gaggero & Luccardini, 20 luglio 2015 | © Riproduzione riservata

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