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Devoti umbri

Stefano Luppi

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Il territorio reggiano visto come crocevia delle popolazioni preromane, etrusche, liguri e celtiche e probabilmente umbre, è il tema della rassegna «Gli Etruschi e gli altri. Reggio Emilia terra di incontri» che prosegue presso il Palazzo dei Musei del Comune fino al 31 ottobre

Statuette in bronzo di tipo umbro-ligure raffiguranti devoti dall’area sacra di Servirola di San Polo d’Enza, V secolo a.C. © Carlo VanniniLa mostra riunisce 200 oggetti conservati nelle collezioni dei musei reggiani, tra iscrizioni etrusche, bronzetti figurati, vasellame in bronzo e in ceramica oltre a corredi funerari delle diverse popolazioni documentate nel Reggiano. Presenti lungo il percorso anche alcuni reperti dell’equipaggiamento militare, del simposio e dell’abbigliamento femminile e una sezione dedicata alla ricerca epigrafica dei primi nomi a noi noti redatti in etrusco.

Gli organizzatori hanno anche esposto un lituo, insegna dell’augure, ossia del sacerdote addetto a tracciare le strade, e un mozzo di ruota di carro etrusco: entrambi gli oggetti evocano l’intensità dei traffici che animavano le antiche vie di comunicazione. Spiccano infine nell’allestimento i principali monumenti etruschi del territorio reggiano: i due cippi istoriati e iscritti rinvenuti vicino a Rubiera che restituiscono nomi etruschi dietro i quali si celano origini diverse.

Stefano Luppi, 06 aprile 2015 | © Riproduzione riservata

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Devoti umbri | Stefano Luppi

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