Image
Image

Concettuale ma intimista

Victoria Stapley-Brown

Leggi i suoi articoli

L’arte concettuale «solitamente è nota come una forma d’arte che non consente l’espressione dell’individuale», afferma Anna Schneider, assistente curatrice alla Haus der Kunst di Monaco, spiegando perché l’artista concettuale tedesca Hanne Darboven sia così insolita. L’opera della Darboven (1941-2009), tra cui i meticolosi disegni basati su date di calendario, comprende spesso dettagli biografici, come i riferimenti alla sua casa di Amburgo, ora conservata dalla fondazione intitolata all’artista. La stessa fondazione ha collaborato all’organizzazione delle due mostre, con catalogo unico, che aprono a settembre alla Haus der Kunst di Monaco e alla Bundenskunsthalle di Bonn: insieme costituiscono la prima retrospettiva sul lavoro della Darboven dopo la sua morte.

La mostra alla Haus der Kunst («Hanne Darboven: Enlightenment», aperta dal 18 settembre al 14 febbraio) è nata da un’idea del suo direttore Okwui Enwezor (curatore dell’attuale Biennale di Venezia), che aveva lavorato con la Darboven per documenta 11 (2002). La mostra definisce la Darboven come un’artista interessata a discipline diverse, come la fisica e la letteratura e che prima di dedicarsi alle arti visive aveva studiato pianoforte; in seguito il suo interesse per la musica si era espresso trasformando i calcoli matematici in partiture musicali, alcune delle quali sono esposte accanto a installazioni con «docce sonore» e cuffie.

A complemento della mostra è in programma una serie di concerti, tra cui una performance della sua monumentale composizione «Wunschkonzert» (1984). È visibile anche una riproduzione della sala da musica dell’artista, con strumenti e oggetti da lei collezionati, trasferiti dalla sua casa e riassemblati con la cura meticolosa che la Darboven dedicava al suo lavoro. Un altro punto forte della mostra è il prestito dalla Dia Art Foundation di «Kulturgeschichte 1880-1983» (1980-83), opera composta da 1.590 fogli incorniciati e 19 sculture che abbraccia un secolo di cultura.

Nel frattempo, alla Bundeskunsthalle di Bonn, «Hanne Darboven: Timelines», aperta dall’11 settembre al 17 gennaio, è dedicata all’approccio dell’artista alla politica e alla storia della Germania. La rassegna presenta opere realizzate dal 1957 al 2007, tra cui 25 disegni dei primi anni, modelli di legno e opere in serie composte di circa 3mila elementi. La mostra offre uno sguardo sull’universo personale dell’artista, con oggetti come la scrivania del suo studio.

Victoria Stapley-Brown, 03 settembre 2015 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

A New York una collezione di circa 7mila manifesti internazionali, dagli anni ’70 dell'Ottocento alle espressioni più recenti

Rivoluzione nell’ordinamento per la riapertura di ottobre: meno cronologia, più mix

Dodici milioni di dollari per i lavori, restauro dell’edificio Art Déco, nuove gallerie e acquisizioni

Concettuale ma intimista | Victoria Stapley-Brown

Concettuale ma intimista | Victoria Stapley-Brown