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Il vernissage della mostra di Rudolf Stingel (2016) alla galleria MassimoDeCarlo

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Il vernissage della mostra di Rudolf Stingel (2016) alla galleria MassimoDeCarlo

Collezionisti e non: chi viene in galleria

Quattro noti galleristi osservano il pubblico dei loro spazi: la situazione è più rosea di quanto si possa pensare

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Giorgio Guglielmino

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Le classifiche delle mostre e dei musei più visitati nel 2022 dimostrano che si è tornati a frequentare gli spazi pubblici, seppur non siano stati ancora raggiunti i livelli del periodo prepandemia. E gli spazi privati? A titolo esemplificativo abbiamo rivolto qualche domanda a quattro galleristi italiani.
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ALFONSO ARTIACO
Galleria Alfonso Artiaco, Napoli

Da chi è composto il pubblico delle inaugurazioni?
Le inaugurazioni sono sempre ben frequentate da un ampio pubblico abbastanza eterogeneo. Oltre ai collezionisti e agli addetti ai lavori, registriamo sempre una presenza cospicua di appassionati d’arte, interessati al mio programma.

I collezionisti ne fanno parte o preferiscono visitare la galleria in momenti diversi?
Di norma i collezionisti amano incontrarsi durante le inaugurazioni che sono comunque un momento mondano ma anche di scambio di idee. Molti tornano in momenti differenti.

Negli ultimi 10 anni il pubblico è aumentato o diminuito (tralasciando la fase della pandemia)?
Passata la pandemia, quando l’orario dell’inaugurazione era di fatto distribuito sull’intera giornata, progressivamente siamo tornati a condensare l’evento in un paio d’ore serali e il pubblico è tornato a essere numeroso come prima.

Secondo lei il pubblico preferisce le mostre museali rispetto alle mostre in galleria?
Credo che il pregiudizio rispetto alle gallerie commerciali sia ampiamente superato. Talvolta è il nome dell’artista, magari più rinomato, che richiama un pubblico più ampio e questo vale sia per i musei che per le gallerie private.
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RAFFAELLA CORTESE
Galleria Raffaella Cortese, Milano

Da chi è composto il pubblico delle inaugurazioni?
Sicuramente durante la pandemia e nel periodo attuale è cambiata la modalità dell’apertura delle mostre. Noi abbiamo pensato a situazioni più agili e di maggiore contenuto dando sempre più spessore a quello che è un momento di fermento culturale e di contatto con l’artista, senza scordare mai il valore conviviale.

I collezionisti ne fanno parte o preferiscono visitare la galleria in momenti diversi?
Molti collezionisti amano essere presenti agli opening, specialmente quando c’è un artista che apprezzano, ma anche per conoscerne di nuovi, entrando guidati dagli artisti stessi nelle loro pratiche e intercettando così il loro pensiero. La galleria però è frequentata sempre, specialmente di sabato.

Negli ultimi 10 anni il pubblico è aumentato o diminuito (tralasciando la fase della pandemia)?
Nel nostro caso è piuttosto costante, ultimamente vedo tanti giovani legati alle accademie e alle università.

Secondo lei il pubblico preferisce le mostre museali rispetto alle mostre in galleria?
C’è una differenza ontologica tra le mostre nei musei e nelle gallerie, già dalle dimensioni, dalle architetture e dal tipo di approccio. Un museo, oltre all’esposizione in sé, può offrire la sua collezione e l’esperienza dello spazio che lo ospita. Non utilizzerei il termine «commerciale» per le gallerie. La galleria è un’impresa culturale che si misura con il mercato ma altrettanto con la cultura, divenendo un sofisticato sistema di bilanciamento tra questi due poli.
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MASSIMO DE CARLO
Galleria Massimo De Carlo, Milano, Londra, Hong Kong

Da chi è composto il pubblico delle inaugurazioni?
Le inaugurazioni sono aperte a tutti. Accogliamo gli amici della galleria, collezionisti, artisti, curatori, giornalisti, studenti e creativi in generale così come persone che ci scoprono per la prima volta.

I collezionisti ne fanno parte o preferiscono visitare la galleria in momenti diversi?
Sì, i collezionisti vengono alle inaugurazioni. Naturalmente siamo in contatto permanente con loro e li possiamo accogliere anche fuori orario.

Negli ultimi 10 anni il pubblico è aumentato o diminuito (tralasciando la fase della pandemia)?
Direi che negli ultimi dieci anni il pubblico è cambiato, non diminuito. Se dieci anni fa la galleria era frequentata soprattutto da insider, oggi accoglie un pubblico più vario, anche estraneo al mercato. In questo ventunesimo secolo, sempre più digitale, il pubblico apprezza a maggior ragione le esperienze dal vivo.

Secondo lei il pubblico preferisce le mostre museali rispetto alle mostre in galleria?
Le gallerie forse sono ancora associate soprattutto al mercato, ovvero un mondo un po’ elitario. Proprio per questo portiamo un’attenzione tutta particolare ai nostri spazi per offrire esperienze in location uniche.
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PEPI MARCHETTI FRANCHI
Gagosian, Roma

Da chi è composto il pubblico delle inaugurazioni?
Il pubblico delle inaugurazioni è di solito molto vario: collezionisti, artisti, studenti e appassionati in senso ampio.

I collezionisti ne fanno parte o preferiscono visitare la galleria in momenti diversi?
I collezionisti ne fanno senz’altro parte ma è abitudine vederli ritornare con tranquillità anche in un secondo momento.

Negli ultimi 10 anni il pubblico è aumentato o diminuito (tralasciando la fase della pandemia)?
La partecipazione di pubblico nello spazio fisico della galleria è sicuramente cresciuta molto fino alla pandemia. Nell’ultimo anno osserviamo una crescita anche se siamo ancora lontani dai numeri precedenti il 2020. Abbiamo notato invece un aumento esponenziale di pubblico sui canali online. Gli ultimi difficili anni ci hanno portato a sviluppare delle soluzioni che ancora oggi contano numerosissimi spettatori attivi sulle nostre piattaforme.

Secondo lei il pubblico preferisce le mostre museali rispetto alle mostre in galleria?
Le mostre museali hanno un fascino istituzionale legato spesso anche al luogo che le ospita e all’articolazione anche specificatamente educativa che offrono. Spesso, e a torto, la galleria è percepita come spazio elitario. Detto ciò, per anni siamo stati percepiti come un museo e durante il lockdown, invece, quando proprio i musei e anche i parchi archeologici erano chiusi, ricordo quanto fosse importante per noi far sapere che le gallerie private erano aperte e pronte come sempre ad accogliere tutti.

Giorgio Guglielmino, 28 giugno 2023 | © Riproduzione riservata

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