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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliA dieci anni dalla morte di Armand Pierre Fernandez, in arte Arman, il Musée d’art moderne et d’art contemporain (Mamac) dedica un omaggio a questo protagonista del Nouveau Réalisme, che cercava la bellezza negli oggetti banali del quotidiano e persino nei rifiuti.
Arman, morto a 77 anni a New York, era nato e cresciuto a Marsiglia, dove aveva aperto il suo primo laboratorio. In «Hommage à Arman» dal 7 novembre al 6 marzo, è esposta una ventina di opere che appartengono alle collezioni del Mamac o che sono state donate dall’artista alla città.
Tra queste, una delle prime realizzazioni della serie «Colère», del 1961, in cui l’artista assemblò i frammenti di un mobile Luigi XIII che lui stesso demolì; «Triumph Spitfire» detto anche «La Tulipe», del 2001, un’auto sportiva a cui l’artista diede fuoco; «Le Village de grand-mère» (1962) che assembla macinini da caffè, e ancora «Portrait poubelle de Jean» (1986), una vetrina con gli oggetti raccolti nella spazzatura dell’amico, fotografo e gallerista, Jean Ferrero. Contemporaneamente, l’Espace Ferrero espone una quarantina di ritratti dell’artista realizzati dallo stesso Ferrero, che nel 2013 ha donato alla città la sua collezione di 850 opere della Scuola di Nizza, tra cui cui 48 firmate Arman.
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