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Milano. Antonio Fontanesi (Reggio Emilia 1818-Torino 1882) fu uno dei maggiori pittori romantici italiani e fra i più aperti alla cultura visiva europea; sicuramente il più grande nel restituire la poesia del paesaggio agreste.
Dal 26 febbraio al 16 aprile è al centro della mostra-dossier «L’Aprile di Fontanesi. La rivoluzione del paesaggio», una rassegna corredata di un ricco apparato scientifico, ideata da Francesco Luigi Maspes e curata da Piergiorgio Dragone per le Gallerie Maspes. Oggetto dell’esposizione è il grande dipinto «Aprile. Sulle rive del lago del Bourget, in Savoia» (1864), una delle poche opere maggiori di Fontanesi ancora in mani private, esposto per la prima volta in Italia dal 1864, quando fu presentato alla Promotrice di Torino.
Opera esemplare dell’artista, l’«Aprile» deve il suo vasto respiro alla composizione sapiente, tipica di Fontanesi, fondata (come scrive Dragone) su «una rigorosa articolazione degli elementi nello spazio», mentre la sua seduzione più immediata scaturisce dalla preziosità delle pennellate materiche e da una luce «piena di un tale panico sentimento del paesaggio, che pare tradurre una vivida percezione sensoriale del calore del sole e della vibrazione dell’aria».
Insieme a questo dipinto, che in vista della mostra è stato sottoposto da Thierry Radelet ad approfondite analisi diagnostiche e poi da Enrica Boschetti a un meticoloso restauro, la mostra esibisce due taccuini di disegni inediti prestati dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, e due altri suoi dipinti: «Il lago di Lemano» e «Campagna nel Delfinato» (1863). Il catalogo, bilingue (Gallerie Maspes), include testi di Dragone, Radelet e Boschetti, e uno scritto di Monica Tomiato sui taccuini inediti, appena giunti in dono al museo piacentino.

«Aprile. Sulle rive del lago del Bourget, in Savoia» di Antonio Fontanesi
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