Giorgio Guglielmino
Leggi i suoi articoliDal 22 al 26 novembre si svolge negli Emirati Arabi Uniti la nuova edizione della «Abu Dhabi Art». Generalmente, parlando di una fiera, è di grande interesse menzionare le gallerie internazionali partecipanti, a riprova del livello di attenzione che galleristi e collezionisti attribuiscono all’evento.
Nel caso di Abu Dhabi sembra più significativo elencare le gallerie di fama mondiale che non saranno presenti. Non ci sarà Gagosian, non ci sarà David Zwirner, non ci sarà Hauser & Wirth. Non avranno uno stand neanche Pace, Thaddaeus Ropac, White Cube, Spruth-Magers. Il totale delle gallerie partecipanti è piuttosto basso, 90 in tutto. Due sole presenze occidentali di grande qualità (oltre alle italiane): Sean Kelly dagli Stati Uniti e Perrotin dalla Francia. Cinque in totale le presenze dal nostro paese: Galleria Continua, Lia Rumma, Mazzoleni e, nella sezione Special projects, ABC Arte e P420.
Come mai queste assenze? Alcuni anni fa l’attenzione del mondo dell’arte era certamente più elevata nei confronti dei Paesi arabi. La mostra di Damien Hirst a Doha nel 2013 quando presentò 14 sculture in bronzo di dimensioni monumentali con il titolo di «The miraculous journey» raffiguranti l’evoluzione da embrione a feto di un bambino e successivamente l’apertura esattamente sei anni fa (novembre 2017) del Louvre di Abu Dhabi ne sono la riprova.
Negli ultimi anni però è emerso con sempre più chiarezza che il futuro dell’arte non è nel Golfo ma in Asia. Basel Hong Kong, Frieze Seoul, Art SG a Singapore, West Bund Art and Design Fair a Shanghai: qui le grandi gallerie non mancano mai. Il fenomeno interessante è anche che la strada resto del mondo/Asia è ormai a doppio senso e proprio ad Abu Dhabi colpisce il fatto che sono presenti ben 9 gallerie di Hong Kong (su Hong Kong vi è uno special focus della Fiera) e 6 provenienti dalla Corea del Sud (assente però la Kukje Gallery che è la più importante di Seul).
Alla vigilia dell’apertura della fiera, Davide Mazzoleni, commentando la presenza della sua galleria ad Abu Dhabi, ha così risposto al Giornale dell’Arte: «Siamo molto lieti di tornare per il secondo anno consecutivo ad Abu Dhabi. La presentazione della galleria quest’anno è dedicata al potere simbolico della luce, della materia e del linguaggio, attraverso la ricerca di diversi artisti italiani contemporanei come Marinella Senatore, David Reimondo, Andrea Francolino e Gianfranco Zappettini. In concomitanza con la fiera siamo inoltre lieti di annunciare che l’Istituto Italiano di Cultura di Abu Dhabi ospiterà presso i propri spazi, in collaborazione con la galleria “I Contain Multitudes”, la prima personale di Marinella Senatore negli Emirati Arabi Uniti (EAU), visitabile da lunedì 20 novembre a domenica 26 novembre 2023. Verranno presentate al pubblico tre sculture luminose, tra le quali la celebre “Dance First Think Later” del 2021 e alcuni dei collage creati nel 2022-2023 per il Teatro dell’Opera di Roma».
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