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Amadeo il misterioso
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliAmadeo de Souza-Cardoso è «uno dei segreti meglio custoditi dell’arte moderna», scriveva nel 2000 lo storico dell’arte americano Robert Loescher. L’artista portoghese, dalla vita breve ma intensa e dalla carriera folgorante, vicino a Modigliani, Brancusi e ai Delaunay, resta perlopiù sconosciuto al di fuori del suo Paese. Lo fa uscire dall’oblio l’ampia retrospettiva in corso al Grand Palais fino al 18 luglio.
L’artista, nato nel 1887 a Manhufe, nel nord del Portogallo, cominciò a dipingere nel 1908 e morì trentenne, nel 1918, di febbre spagnola. Una delle sue prime tele, prestata dall’Art Institute of Chicago, «Il Salto del coniglio» (1911), ispirata all’universo esotico di Henri Rousseau, è tra le più emblematiche della sua opera poiché «concentra il suo universo tematico e capta il senso della velocità e del colore», spiega la curatrice e conservatrice alla Fundação Gulbenkian, Helena de Freitas. Dandy, ostinato, eterno insoddisfatto, esigente, Amadeo de Souza-Cardoso si fermò a Parigi nel 1906 dove frequentò gli ambienti artistici di Montparnasse. Nel 1916 il suo «avantgardisme» scandalizzò il pubblico della prima monografica presentata a Porto.
Luana De Micco, 12 maggio 2016 | © Riproduzione riservata
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