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Al bando i selfie stick

Stefano Luppi

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Lo «stick» per realizzare gli ormai diffusissimi selfie gli smartphone, che secondo la rivista «Time» è uno dei ventiquattro oggetti cult dell’ultimo anno, inizia a essere vietato in molti musei del mondo perché, si dice, quel «braccio» estensibile necessario a realizzare foto con lo sfondo è assimilabile a un ombrello (vietato da decenni nei luoghi espositivi), così come ai cavalletti usati dai fotografi, anch’essi quasi sempre non utilizzabili nei musei (a parte casi particolari). Tutti attrezzi che, secondo i responsabili di musei dei quattro angoli della Terra, potrebbero mettere in pericolo le opere d’arte esposte. L’elenco dei musei che non permettono questa forma di autoscatto è lunghissimo: si va dalla National Gallery di Londra alla reggia di Versailles, dal MoMA al Guggenheim e al Metropolitan di New York fino alla National Gallery e alla Phillips Collections di Washington. Hanno vietato l’uso di questi ingombranti strumenti anche altri importanti musei a Boston e Los Angeles, dove lo vieta ad esempio il Getty Museum, fino alla National Gallery of Australia di Canberra. Niente «stick» neppure presso lo Smithsonian Institute, dal quale dipendono 19 musei nazionali di Washington perché, spiega il sito internet, «sono rischiosi per la sicurezza. Questa è una misura preventiva utile a proteggere gli altri visitatori e le opere, soprattutto nei momenti di maggiore affollamento delle sale espositive. Incoraggiamo invece i visitatori a scattare selfie e a condividere le loro esperienze sui social», ma appunto senza la «protesi» del proprio braccio. Anche in Italia l’oggetto è stato messo al bando. È vietato utilizzarlo, ad esempio, durante la visita al Colosseo («Il movimento di centinaia di quei bastoni può diventare involontariamente pericoloso», ha spiegato Cristiano Brughitta della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma), agli Uffizi e presso altri musei fiorentini. Gli Uffizi sono stati il primo museo italiano, nello scorso ottobre, a vietare le foto realizzate tramite il selfie stick: i visitatori apprendono della norma presso la biglietteria del museo fiorentino e nelle «Regole di comportamento del visitatore della Galleria degli Uffizi» sul sito web («Le fotografie e i filmati sono liberi purché realizzati senza flash, luci e treppiedi. È vietato utilizzare l’estensore telescopico “selfie stick”»). Tutto ciò perché l’oggetto può provocare danni non solo alle opere d’arte, ma anche alle persone. In Spagna, pochi mesi fa, una signora è morta cadendo da un ponte mentre cercava la giusta inquadratura con lo sfondo attraverso lo stick (nella foto, autoscatto «pericoloso» sui grattacieli di Dubai). E non solo i musei lo vietano: di recente hanno detto no pure alla Wembley Arena di Londra e durante le sfilate del carnevale di Rio de Janeiro. E i selfie con l’asta telescopica sono vietati anche dai patiti degli autoscatti, come Mar Dixon, fondatrice del Museum Selfie Day: «Noi invitiamo a scattare foto nei musei, ma odio gli stick: sono ovunque e sono del tutto inutili».

Stefano Luppi, 31 marzo 2015 | © Riproduzione riservata

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