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Wael Shawky ritorna all’antico villaggio di Al Araba Al Madfuna

Jenny Dogliani

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Egiziano, classe 1971, vincitore della prima edizione del Mario Merz Prize, Wael Shawky è il protagonista di una personale curata da Abdellah Karroum nella alla Fondazione Merz dal 2 novembre al 5 febbraio, allestita in concomitanza con la mostra dedicata allo stesso artista dal Castello di Rivoli. Quello proposto nella Fondazione Merz è un progetto site specific nato intorno ad «Al Araba Al Madfuna», una trilogia di film girati tra il 2012 e il 2016, qui esposta per la prima volta nella sua interezza.

Il visitatore è invitato a percorrere una gigantesca scenografia: un paesaggio artificiale di sabbia popolato da grandi installazioni, storyboard e disegni su pelle d’animale connessi al lavoro filmico. Mescolando cinema e teatro, Shawky riflette sui punti di contatto tra il mito e l’attualità, tra gli insegnamenti tramandati con la tradizione orale e le ricerche sociologiche più all’avanguardia. Girata nel villaggio da cui prende il nome, situato vicino al tempio di Seti I, la trilogia è ispirata alle antiche leggende confluite nelle parabole dello scrittore egiziano Mohamed Mustagab (1938-2006).

Jenny Dogliani, 01 novembre 2016 | © Riproduzione riservata

Wael Shawky ritorna all’antico villaggio di Al Araba Al Madfuna | Jenny Dogliani

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