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Via dei Fori Imperiali non si tocca e il Foro Romano deve essere gratuito

Federico Castelli Gattinara

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Sono alcune delle proposte presentate dalla Commissione paritetica Mibact-Roma Capitale, chiamata a dirimere annose questioni 

Il 30 dicembre scorso, dopo circa 4 mesi, si concludevano i lavori della Commissione paritetica Mibact-Roma Capitale sull’area archeologica centrale, insediatasi il 5 settembre per suggerire al ministro progetti innovativi e strategie, con valore puramente consultivo. Molte le proposte, alcune piuttosto innovative, ma il rischio maggiore in un Paese come l’Italia e in un tempo di crisi come l’attuale è che rimangano soltanto un libro dei sogni, tra il plauso scontato di Dario Franceschini e del sindaco Ignazio Marino.

La Commissione, presieduta da Giuliano Volpe, è di qualità, con studiosi del calibro di Michel Gras, Tiziana Ferrante, Adriano La Regina, Eugenio La Rocca, Laura Ricci, Claudio Strinati e Jane Thompson. Le proposte ripescano progetti antichi, prendono posizione (e si spaccano) su annose questioni come il mantenimento o meno di via dei Fori Imperiali, suggeriscono nuove soluzioni anche spinte da polemiche di grande attualità. Ci riferiamo, in quest’ultimo caso, al dibattito aperto da Daniele Manacorda sulle pagine di «Archeo», dove a luglio avanzava l’ipotesi di ricostruire completamente il piano dell’arena del Colosseo oggi realizzato solo per circa un quarto dell’antica superficie.

Scriveva Manacorda: «Le belle foto aeree che ritraggono il Colosseo dall’alto ci mostrano non la vasta e candida arena, che un tempo ospitava i giochi e gli spettacoli o, in età più recente, processioni religiose e manifestazioni pubbliche, ma un intrico inquietante di muri scoperchiati al sole, un labirinto tanto incomprensibile quanto inaccessibile». In realtà i sotterranei del monumento sono già visitabili e la scelta di coprire l’intera arena, osannata da molti (perplessità sono state espresse dai «soliti» Settis, Montanari e pochi altri), e su cui la stessa commissione ha dato parere favorevole, avrebbe costi esorbitanti e difficoltà notevolissime legate alla presenza di un fiume sotterraneo, il fosso di san Clemente, che scorre sotto al monumento ed esonda di frequente. «Oggi coprire l’arena e ripristinare il suo aspetto originario sarebbe un lavoro raffinatissimo di filologia, di ingegneria e anche di idraulica, ha spiegato senza pregiudizi la direttrice del monumento Rossella Rea in una recente intervista a «la Repubblica», perché bisognerebbe imbrigliare quell’acqua intervenendo chissà dove. Ci vorrebbe moltissima scienza e moltissimo denaro».

Per via dei Fori Imperiali la commissione ha detto no al suo smantellamento (nonostante il parere favorevole, da sempre, di Adriano La Regina) e sì all’aumento della pedonalizzazione e del decoro, all’eliminazione delle barriere architettoniche, alla riduzione della fascia carrabile riservandola a una linea elettrica di bus ad altissima frequenza con un percorso circolare Fori Imperiali-Colosseo-via dei Cerchi-piazza Venezia.

E ancora, la proposta di ampliare l’area archeologica centrale di Roma fino a comprendere il grande quadrilatero piazza Venezia, Campidoglio, Teatro di Marcello, Circo Massimo, Palatino, Foro Romano, Fori Imperiali, Colosseo, Colle Oppio; realizzare finalmente la pedonalizzazione di via dei Cerchi e aprirvi una nuova entrata al Palatino di cui si parla da anni; creare punti di sosta e scambio per i pullman turistici a Santa Maria in Cosmedin e in via di Valle delle Camene eliminando gli stalli di via di San Gregorio; ripristinare il collegamento tra Colosseo e Ludus Magnus, con un progetto innovativo che coinvolga anche i privati, «per rendere la struttura frequentabile e aperta a diverse attività, anche coprendola e realizzando una grande piazza fruibile anche di sera»; tornare infine alla gratuità del Foro Romano, antico sogno di Antonio Cederna.


Federico Castelli Gattinara, 05 febbraio 2015 | © Riproduzione riservata

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