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Vetusto Cluny: al via i lavori

Luana De Micco

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«Il Musée de Cluny è un museo del secondo dopoguerra. Da allora non è mai stato ristrutturato, la museografia è vetusta. Le urgenze sono due: la conservazione del monumento e l’accoglienza del pubblico». Elisabeth Taburet-Delahaye, direttrice del Museo del Medio Evo, famoso per il ciclo di arazzi fiamminghi «La dama e l’unicorno», ci ha accolti nel suo ufficio, nel cuore del Quartiere Latino. A ottobre il museo «fratello» del Bargello fiorentino ha cominciato a imballare e trasferire le opere della Cappella gotica, da dove è partito un vasto programma di lavori in più tappe che si proietta fino al 2020. 

Il progetto avviato nel 2011 ha preso tempo perché intervenire su un luogo così carico di storia, con le vestigia delle terme della Lutetia gallo-romana, e segni di un passato ancora più antico, ha sollevato problematiche di ordine archeologico. Un vero dilemma è stata l’installazione dei due ascensori, necessari per l’accesso ai disabili. Nel 2014 sono stati sbloccati i fondi (una decina di milioni di euro, di cui 4 finanziati grazie ai prestiti al futuro Louvre Abu Dhabi). «Il museo è concepito all’antica ed è invecchiato male, spiega la Taburet-Delahaye. Innanzitutto bisogna essere in grado di accogliere decentemente i visitatori, e ora la situazione è al limite del collasso. Gli spazi sono saturi e siamo costretti a rifiutare i gruppi». 

Da fine 2017 l’ingresso al museo avverrà da un nuovo edificio di 250 metri quadrati, progettato dall’architetto Bernard Desmoulin, che sarà costruito sulla terrazza detta Boeswillwald del XIX secolo, affacciata sul boulevard Saint Michel: «Sarà una costruzione discreta, limitata in altezza, senza alcun impatto invadente sulle terme, assicura la direttrice, ma che renderà più visibile l’ingresso del museo». Il cortile di stile gotico flamboyant, che ora si attraversa per entrare nel museo, verrà chiuso, ne sarà restaurato il pavimento, e diventerà parte del percorso: «Ora è solo un luogo di passaggio, dove si formano gruppetti di persone che scattano le fotografie ma non visitano il museo. Un domani il cortile costituirà una delle più belle sorprese della visita». Entro il 2020 si ripenserà anche la museografia. Si sa che il nuovo allestimento sarà cronologico, con sale tematiche, e che il percorso comincerà dalle terme.

Tra le priorità, le terme

Ma ora spazio alle priorità. E una di queste è rappresentata proprio dalle terme. La sala interna del Frigidarium è stata già restaurata alcuni anni fa: «Ma la copertura che è stata realizzata più di 150 anni fa e con tecniche non adatte ai climi del Nord, per apparire più “romana”, lascia passare infiltrazioni d’acqua. Bisognerà ripararne diverse porzioni», spiega il conservatore Michel Huynh, che ci accompagna alla scoperta di alcune sale ora chiuse al pubblico, ma che dopo i lavori si potranno visitare. Tra queste, la sala detta «degli intonaci», per le tracce di piuttura del I secolo d.C. (in cui è necessario rifare la copertura), gli antichi cunicoli con i canali di scolo dell’acqua e la cantina detta «gotica» per la volta ad archi. Le vestigia esterne del Calidarium saranno ripulite e consolidate: «Sono molto fragili, si sgretolano, spiega Huynh mostrandoci i pezzi di pietra che cadono dall’alto. Risentono dell’inquinamento, ma anche della pioggia che gela nelle fessure, delle erbacce che mettono radici e spaccano la roccia. La cosa migliore sarebbe coprire con un tetto, ma chissà quando sarà possibile». 

I lavori alle terme saranno effettuati parallelamente a quelli della Cappella gotica (che resterà chiusa fino all’autunno 2016). Un gioiello d’arte medievale, con il pilastro centrale da cui partono le nervature della volta, ma le cui pareti e le parti scolpite sono coperte da uno strato spesso di sporcizia. L’ultimo restauro risale a metà ’800. Le pitture dell’abside, probabilmente di un artista italiano del XVI secolo, con le immagini di sante che piangono il Cristo sulla croce, sono ingiallite. Le vetrate si sono incurvate e si reggono a stento. Forse un giorno si potrà accedere di nuovo direttamente dalla cappella al giardino medievale, come si faceva nel secolo scorso. Ma per il restauro del giardino non è stato ancora previsto alcun budget.

Luana De Micco, 01 novembre 2015 | © Riproduzione riservata

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