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Una fotografia dal primo Open d’Italia

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Una fotografia dal primo Open d’Italia

Un secolo di Open d’Italia con Herno

L’eccellenza italiana di abbigliamento ne ha celebrato l’anniversario con una Pro-Am il 21 giugno al Golf Club Alpino, anticipando la manifestazione che quest’anno avrà luogo all’Argentario Golf & Wellness Resort dal 25 al 29 giugno

Alessia De Michelis

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Nel cuore del paesaggio lacustre di Stresa (Vb), al Golf Club Alpino, si è svolto un evento che ha intrecciato sport, eleganza e memoria in una narrazione autenticamente italiana. A cento anni esatti dal primo Open d’Italia, disputato proprio su quel campo nel 1925, Herno, eccellenza italiana di abbigliamento, ne ha celebrato l’anniversario con una Pro-Am (abbreviazione di Professional-Amateur, indica una gara sportiva in cui giocatori professionisti e giocatori dilettanti competono insieme nella stessa squadra, Ndr), restituendo al golf le sue origini romantiche e artigianali.

La data, il 21 giugno, non è stata scelta a caso: un simbolico ponte tra la storia e l’attualità, alla vigilia dell’82ma edizione dell’Open, in programma all’Argentario Golf & Wellness Resort (Gr) dal 25 al 29  giugno. Un progetto voluto da Claudio Marenzi, presidente di Herno e del Golf Club Alpino, erede di una tradizione familiare che affonda le radici in quel piccolo ma tenace circolo a 9 buche, rimasto intatto nel tempo. «Non mi considero un golfista, ma un giocatore dell’Alpino», ha dichiarato Marenzi, rivendicando il valore affettivo e culturale di un luogo che, più che campo sportivo, appare come un giardino della memoria. E proprio in questa visione si inserisce l’evento, immaginato come un gesto di cura verso la storia del golf italiano e il suo futuro.

Solo 15 squadre selezionate hanno preso parte alla competizione, ciascuna accompagnata da un professionista legato al prestigioso Open d’Italia: John Catlin, Jeff Overton, Costantino Rocca, Gregorio De Leo, Stefano Mazzoli, Jacopo Vecchi Fossa, Flavio Michetti, Aron Zemmer, Filippo Bergamaschi, Giovanni Manzoni, Alessandro Tadini, Luca Memeo, Manfredi Manica, Lorenzo Gagli e Federico Zucchetti. Con il sostegno di Rolex, simbolo di eccellenza e precisione, e il patrocinio della Federazione Italiana Golf, la giornata ha assunto i toni di un rito collettivo.

Vincitrice la squadra di Zucchetti, affiancato da atleti paralimpici della Fig-Federazione Italiana Golf. Premi speciali anche per Rocca e Kim Tai Sob, rispettivamente «nearest to the pin» (letteralmente «il più vicino alla buca») tra i professionisti e i dilettanti.

Un brindisi con il Brut Blanc de Blanc di Matteo Lunelli e le raffinate affettatrici Berkel hanno completato l’atmosfera, dove l’arte del gesto (che sia swing, sartoria o accoglienza) ha fatto da protagonista.

Con l’auspicio, espresso dallo stesso Marenzi, che questo evento diventi appuntamento fisso, il Golf Club Alpino si conferma custode di una bellezza silenziosa, in equilibrio tra sport e cultura, memoria e visione.

Alessia De Michelis, 23 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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Un secolo di Open d’Italia con Herno | Alessia De Michelis

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