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Una veduta del riallestimento della Sala 7 alla Pinacoteca Ambrosiana

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Una veduta del riallestimento della Sala 7 alla Pinacoteca Ambrosiana

Tutti i fiamminghi di Federico Borromeo all’Ambrosiana

A 400 anni dalla morte di Brueghel il Vecchio, la Pinacoteca milanese celebra il rapporto che l’arcivescovo instaurò con i maestri nordici, nei cui dipinti vedeva un contenuto teologico, con un apposito riallestimento

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Quando Federico Borromeo (1564-1631), futuro arcivescovo di Milano e futuro fondatore della Biblioteca Ambrosiana (nel 1607) e della Pinacoteca Ambrosiana (nel 1618), ancora viveva a Roma, ebbe modo di frequentare i pittori fiamminghi Jan Brueghel il Vecchio (1568-1625) e Paul Bril (1554-1626), cui sarebbe rimasto sempre legato. Il primo lo accompagnò addirittura a Milano dopo la sua nomina ad Arcivescovo della città, nel 1595, e quando tornò ad Anversa continuò a intrattenere con l’illustre collezionista e committente un fitto carteggio, tuttora conservato all’Ambrosiana.

Dei due artisti il Cardinale riunì una serie di capolavori, come «Vaso di Fiori con gioiello, monete e conchiglie» (1606), l’«Allegoria del fuoco» e l’«Allegoria dell’Acqua» (1608-21), di Brueghel e la «Veduta marina» (1611) di Paul Bril, cui si aggiunge l’acquasantiera personale (1606-07), opera di Jan Brueghel (a lui si devono i minuscoli paesaggi con scene sacre, a smalto su avorio) e di Girolamo Marchesini (i volti del Redentore e della Vergine).

Jan Brueghel, Girolamo Marchesini, Giovanni Battista Turati, «Acquasantiera»

«Dio si rivela non solo nella storia sacra, ma anche nel grande e mirabile libro della natura e della creazione», affermava Borromeo, che vedeva quindi nei dipinti dei due artisti fiamminghi, in cui la natura era riprodotta con magistrale e poetica acribia, un contenuto teologico, in quanto manifestazioni della gloria divina attraverso le meraviglie del creato.

A 400 anni dalla morte di Brueghel il Vecchio, la Pinacoteca Ambrosiana ha perciò voluto celebrare la passione del fondatore per l’arte dei maestri nordici riallestendo, grazie a Intesa Sanpaolo, la sua splendida sala dei fiamminghi (la settima del percorso) secondo nuovi criteri museografici che, come spiega monsignor Alberto Rocca, direttore della Pinacoteca, «non solo valorizzano le opere con un nuovo stile espositivo, ma aiutano il visitatore a entrare nei dettagli di questi lavori miniaturistici grazie alle tecnologie più innovative».

Il nuovo ordinamento, molto discreto e rispettoso dei capolavori esposti, progettato dagli architetti Alessandro Colombo e Paola Garbuglio con la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, vede ora le opere, sull’inedito fondo blu, riunite per autori su piani espositivi a parete consentendo in tal modo l’approfondimento monografico dell’opera e del percorso di ognuno. Ma l’esperienza di visita è arricchita anche dall’installazione multimediale con tre schermi touch interattivi (realizzata da Black Srl con Limiteazero) dedicata a Jan Brueghel e al cardinale Borromeo, grazie alla quale il visitatore può esplorare ogni minimo dettaglio di questi preziosi dipinti, mentre s’immerge in un percorso fatto di bellezza, scienza e spiritualità.

Una veduta del riallestimento della Sala 7 alla Pinacoteca Ambrosiana

Ada Masoero, 12 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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