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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliIl Musée d’art moderne et contemporain de la ville de Strasbourg (Mamcs) dedica una grande retrospettiva a Tristan Tzara (1896-1963), il poeta di origine rumena il cui nome è legato ai movimenti d’avanguardia e al Dadaismo. La mostra «Tristan Tzara. L’homme approximatif», visibile dal 24 settembre al 17 gennaio, sceglie un approccio cronologico per ripercorrere la vita del poeta, nonché critico e collezionista, attraverso 450 opere di artisti con cui Tzara strinse amicizie e collaborazioni, più alcuni oggetti della sua collezione personale.
Si comincia dall’infanzia di Samuel Rosenstock (questo il suo nome all’anagrafe) nato a Moinesti, in Romania: una selezione di opere in arrivo da Bucarest e Cracovia illustra il paesaggio artistico rumeno del primo Novecento. Alcune fotografie mostrano l’artista bambino poi adolescente, fino al 1915, anno dei primi poemi quando Samuel, diventato definitivamente Tristan, si trasferisce a Zurigo. Nel 1918 Tzara scrive il suo Manifesto del Dadaismo e l’amico Francis Picabia realizza il famoso ritratto che il Centre Pompidou ha prestato al Mamcs.
A fine 1919 il poeta si trasferisce a Parigi dove è accolto dal surrealista André Breton. Sono gli anni in cui posa con bastone e monocolo per Man Ray (nella foto) e delle amicizie con Chagall e Zadkine. Un’intera sezione è dedicata alla sua passione per le arti primitive con alcuni oggetti che gli sono appartenuti, come la maschera di etnia Gouro, oggi nelle collezioni del Musée du quai Branly di Parigi. Le ultime sale, degli anni della seconda guerra mondiale e del dopoguerra, raccontano le collaborazioni artistiche e l’amicizia di Tzara con Picasso, André Masson, Matisse e Giacometti, che ne disegnò il ritratto.
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