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«Vanilla», 2013, di Jay Heikes

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«Vanilla», 2013, di Jay Heikes

Tre galleriste per la «sharing economy»

Norma Mangione, Federica Schiavo e Tiziana Di Caro si scambiano gli artisti

Giulia Gelmini

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A partire da gennaio, tre gallerie di ricerca attive a Milano, Napoli e Torino danno vita a un progetto basato sullo scambio e la collaborazione. «Qui, dove ci incontriamo» (questo il titolo che riunisce le tre mostre) nasce da un desiderio comune alle fondatrici delle tre gallerie di lavorare sulla creazione di nuovi network e di condividere ciò che la geografia dei luoghi offre a ciascuna di esse. Tiziana Di Caro di Napoli, Norma Mangione di Torino e la sede milanese di Federica Schiavo nei primi tre mesi del 2019, si spostano per presentare i propri artisti in città diverse da quelle delle loro sedi.

Ogni galleria è dunque ospite e allo stesso tempo accoglie le altre due. Il primo incontro avviene da Norma Mangione di Torino, presso la quale dal 15 gennaio al 9 marzo sono presentati Shadi Harouni (Iran, 1985) e Jay Heikes (Usa, 1975). Dal 23 dello stesso mese e sino al 16 marzo invece, Ruth Proctor (Gran Bretagna, 1980) e Betty Danon (Turchia, 1927) sono ospiti di Federica Schiavo a Milano, seguiti poi da Salvatore Arancio (Catania, 1974) e Stefanie Popp (Germania, 1974), invitati nella galleria Tiziana Di Caro dal 26 gennaio.

Come nella raccolta di racconti di John Berger intitolata Qui, dove ci incontriamo, questo progetto si configura come un viaggio attraverso differenti città e diventa occasione di incontro, scambio di pensieri e pretesto per confrontarsi con un pubblico diverso, forse la sfida maggiore. Movimentando opere, artisti e idee, le tre gallerie innescano un flusso di energie che attraversa l’Italia e dà origine a un interessante modello, applicabile da tutte le gallerie che non temono quella condivisione tipica della «sharing economy».

«Vanilla», 2013, di Jay Heikes

Giulia Gelmini, 18 gennaio 2019 | © Riproduzione riservata

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Tre galleriste per la «sharing economy» | Giulia Gelmini

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