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Vittorio Bertello
Leggi i suoi articoliI commenti degli antiquari italiani che hanno partecipato a Masterpiece e alla London Art Week (Law) sono entusiasti
Sulla prima si è così espresso Enzo Savoia di Bottegantica: «Rispetto all’anno scorso, il livello qualitativo è salito. Sta a metà tra antiquariato e beni di lusso, così incontriamo clienti nuovi per i nostri settori». Alessandra Di Castro: «A Londra la fiera, molto dinamica, coincide con la settimana dello shopping. Coniuga la sua architettura ariosa con una bellissima sede come il Royal Chelsea Hospital. Londra è “la” piazza dell’arte in Europa».
Paolo Bonacina di Robilant+Voena: «Alla London Art Week avevamo una mostra su Napoleone. Non abbiamo venduto molto, ma abbiamo preso contatti con molti direttori di musei americani. A Masterpiece abbiamo invece venduto: per esempio uno Joli a 1 milione, alcuni bronzi di Fontana a 200mila euro e un Castellani a 500mila».
Roberta Tagliavini di Robertaebasta: «È una mostra frequentata da esperti che cercano il pezzo unico, da investitori che cercano l’affare o da amatori e visitatori che vogliono abbellire la propria casa».
Federico Chiale di Chiale Fine Art: «A farla da padrone è certamente l’arte moderna, sempre più presente e viva nel mercato dell’arte, tuttavia quest’anno vi è stata una grossa inversione di marcia anche per le opere classiche, con vendite importanti».
Dario Mottola di Scultura Italiana: «È una mostra mondana e un brand importante. Ho incontrato nel mio stand alcuni tra i più importanti curatori di musei e storici dell’arte internazionali come Jennifer Montagu o Charles Avery».
A proposito della London Art Week così commenta Gabriele Caioni di Moretti Fine Art: «Questa edizione di Law è all’insegna dei grandi musei: dal Getty di Los Angeles alla National Gallery di Londra. È stata per la nostra galleria decisamente più interessante rispetto alle precedenti».
La Galleria Fondantico rileva «l’efficienza da parte degli organizzatori inglesi di questo evento, con un’eccellente divulgazione pubblicitaria soprattutto presso musei e fondazioni di tutto il mondo. Il pubblico è molto interessato e competente. E non sono mancati comunque numerosi collezionisti italiani».
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