Il libro non ambisce a una trattazione completa della magia, ma ad attraversarla tramite venti oggetti, provenienti da epoche e culture diverse, che servono a osservare come il pensiero magico si traduca in gesto e in materia; in realtà, sono accompagnati da molti altri che finiscono per essere parimenti centrali nell’economia del discorso. L’apparato iconografico scelto è reso con bellissime immagini a colori, che tuttavia non sono mai esornative, costituendo insieme con il testo un complesso narrativo molto efficace. La riflessione si articola in sei nuclei tematici: il passaggio tra vita e morte, il controllo occulto sugli altri, la divinazione, la comunicazione con demoni e angeli, l’azione sul corpo, la protezione da pericoli visibili e invisibili. Ci sono un monile-reliquiario detto «talismano di Carlomagno», un anello trecentesco, una pagina del Picatrix, elementi nei quali credenze antiche e medievali si intrecciano, come per la mandragora tratta dal Dioscoride Napoletano. Come scrive l’autrice, l’ars magica non appare come un sapere secondario o superstite, ma come una conoscenza attiva e concreta rispetto alla quale gli oggetti raccolti appaiono strumenti che utilizziamo per rappresentare ciò che non si vede, difenderci dall’imprevedibile e intervenire, almeno sul piano simbolico, sulla realtà che ci circonda.

Ars magica. Una storia in 20 oggetti
di Marina Montesano, 292 pp., ill., Carocci, Roma 2025, € 34