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In occasione della mostra di Palma il Vecchio vengono presentati due costumi realizzati da Mara Bertoli quale omaggio a due degli innumerevoli esemplari documentati dal pittore nei suoi ritratti. Il primo costume è riferito agli anni 1514-15 ed è ispirato alla «Donna in blu» del Kunsthistorisches di Vienna. La foggia è ampia, dal bustino corto e aperto sulla fine camicia di lino plissettata, dalle voluminose maniche che si prestano a complicati giochi di drappeggio. L’abito è realizzato in un luminoso velluto blu notte, con forti contrasti di colore di cui è ricco l’originale, evidenziati dalle maniche, resi con velluto e raso di seta, di colore rosso aranciato (nella foto). Sotto la grande manica dalla fodera verde è posta una manica più stretta stratagliata a diversi ranghi di sbuffi. Il polso è ornato da un bordo sfrangiato. Dalla collaborazione con la Fondazione Arte della Seta Lisio è nato il secondo abito, riferibile nella foggia al 1528-30 e ispirato all’incompiuto ritratto femminile raffigurante Paola Priuli della Querini Stampalia di Venezia. Il modello, nella sua relativa semplicità di foggia dal corpino ancora abbastanza corto e dalla vita alta, con scollatura quadrata non molto profonda, maniche a sbuffo nella parte alta e aderenti all’avambraccio, evidenzia sull’ampia gonna il sontuoso effetto del velluto «Pigna» Lisio. Il motivo di questo velluto di colore nero su fondo avorio, tecnicamente un velluto tagliato operato di seta, alto 60 cm con un rapporto di disegno di 55x30 cm, era molto diffuso nei tessuti in seta della prima metà del Cinquecento. Un esemplare databile intorno al 1530 è conservato nella collezione Franchetti al Museo Nazionale del Bargello di Firenze.