Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Gianfranco Ferroni
Leggi i suoi articoliDue mostre dedicate al rapporto tra il compositore tedesco Richard Wagner (1813-83) e Roma verranno allestite nell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e nel Teatro dell’Opera, con bozzetti, foto, lettere e documenti d’epoca.
Quella di Santa Cecilia, aperta dal prossimo 23 ottobre, sarà dedicata al soggiorno romano di Wagner durato quasi un mese, nel 1876, organizzato dopo la prima del «Ring des Nibelungen» a Bayreuth. I luoghi che più ebbero rilevanza durante la permanenza furono Villa Caffarelli, l’Ambasciata di Prussia a Roma e la sede dell’Associazione artistica internazionale di vicolo d’Alibert, dove si tennero due importanti ricevimenti in onore di Wagner. Durante quel periodo incontrò numerose personalità di spicco dell’epoca, dalla contessa Sayn-Wittgenstein agli archeologi Helbig e Curtius, dal letterato Pietro Cossa al filosofo Joseph Arthur de Gobineau, dai pittori Scipione Vannutelli e Guglielmo De Sanctis allo scultore Ettore Ferrari, il quale realizzò per l’occasione il noto busto in gesso dell’artista. Il lavoro sarà eccezionalmente esposto nella mostra, concesso in prestito dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Tra i musicisti incontrati spicca la figura di Giovanni Sgambati, allievo di Franz Liszt, i cui quintetti per archi e pianoforte riscossero non solo l’approvazione di Wagner, ma addirittura il suo personale interessamento affinché li pubblicasse la casa Schott di Magonza, da allora il principale editore del musicista romano. Durante la sua permanenza romana, Wagner fu inoltre insignito dell’aggregazione all’Accademia di Santa Cecilia in qualità di socio «illustre», come testimoniano i documenti conservati nell’Archivio storico dell’istituzione. La mostra conterrà anche un’esposizione di foto, a cura di Musacchio, Pasqualini e Fucilla (Musa), che illustrano le varie fasi dell’allestimento delle scenografie per la produzione della «Valchiria», con la regia di Vincent Huguet e l’impianto scenico di Pierre Yovanovitch.
E per il secondo anno la nuova sala espositiva del Teatro dell’Opera, inaugurata lo scorso gennaio con l’evento dal titolo «Tosca 125», ospiterà una mostra, questa volta dedicata espressamente al «Lohengrin» a Roma, titolo inaugurale della stagione 2025-26. Il concept dell’esposizione, aperta dal 22 novembre, ruoterà attorno a una serie di sezioni che illustreranno alcuni episodi della vita del Teatro legati al titolo wagneriano. Una sarà dedicata a bozzetti, figurini e costumi, appartenenti ad un importante allestimento storico del 1929, presso l’allora Teatro Reale dell’Opera: produzione prestigiosa firmata dal poliedrico artista figurativo Duilio Cambellotti (1876-1960) in qualità di scenografo e costumista, affiancato nella realizzazione dei costumi da Luigi Sapelli in arte Caramba, primo vero importante sarto teatrale. Ulteriori suggestioni deriveranno dall’esposizione di un significativo cimelio artistico, di proprietà della Fondazione: una delle due copie esistenti del busto in gesso di Wagner, scolpito da Ettore Ferrari nel 1876, «in presenza» del grande musicista tedesco. Ad altri aspetti particolari della storia del Teatro Costanzi sarà invece dedicata un'ulteriore sezione, caratterizzata da documenti audiovisivi di grande interesse storico.