«Untitled (seated woman in striped blouse)» (1933-34) di Mark Rothko, Washington, National Gallery of Art (particolare)

© 2023 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko/Artists Rights Society (Ars), New York/Bono

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«Untitled (seated woman in striped blouse)» (1933-34) di Mark Rothko, Washington, National Gallery of Art (particolare)

© 2023 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko/Artists Rights Society (Ars), New York/Bono

Rothko senza vetro

Al Nasjonalmuseet di Oslo unica tappa europea della mostra di dipinti su carta dell’artista ebreo russo

Curata da Adam Greenhalgh con il contributo di Karianne Ommundsen e Øystein Ustvedt, la mostra «Mark Rothko. Dipinti su carta» dal 16 maggio al 22 settembre nel Nasjonalmuseet rappresenta la seconda tappa, nonché l’unica in Europa, del progetto espositivo iniziato nel novembre 2023 alla National Gallery of Art di Washington. La mostra di Oslo costituisce il primo grande tributo dedicato all’artista di origine ebraico-russa, ma statunitense di adozione, nei Paesi nordici e presenta nella Light Hall del Museo Nazionale della Norvegia circa 80 opere su carta, appartenenti al «terrain vague» tra dipinto e disegno, che ricostruiscono l’intera carriera di Rothko, dalle opere figurative degli anni Trenta, come «Untitled (seated woman in striped blouse)», a quelle mitologiche e surrealiste degli anni Quaranta di cui è esempio l’«Untitled» esposto in mostra appartenente alla collezione privata dei figli dell’artista, fino alla celebre fase degli anni Cinquanta-Sessanta e all’affermarsi di quel formato verticale che, sperimentato per la prima volta nel 1949, diventerà il più caratteristico, noto e amato di Rothko e da Rothko, dimostrandosi straordinariamente adatto a un’astrazione fatta di campi rettangolari monocromatici dai morbidi, sfumati bordi. 

Rothko affermava che i suoi dipinti astratti riguardavano la natura stessa dell’esperienza umana: «Mi interessa solo esprimere le emozioni umane fondamentali: tragedia, estasi, fallimento e così via. Il fatto che molte persone si commuovano e piangano di fronte alle mie opere dimostra che comunico emozioni umane fondamentali… Se sei colpito solo dalle relazioni cromatiche, significa che non hai capito il senso!». «Tutti conoscono e amano le grandi tele astratte di Rothko, ma pochissimi sanno che ha realizzato migliaia di opere su carta», precisa Greenhalgh. Si tratta peraltro di opere cui l’artista si dedicò con maggiore frequenza dopo un infarto che lo colpì nel 1968 ma considerava altrettanto importanti di quelle su tela, tanto da fornire precise indicazioni per la loro esposizione, come l’assenza di vetri o protezioni, allo scopo di favorire il coinvolgimento diretto di chi le osserva. «Un dipinto non è l’immagine di un’esperienza; è un’esperienza», sosteneva infatti Rothko. Tra gli highlight della mostra norvegese, compaiono ovviamente alcuni magnifici dipinti astratti della fine degli anni Sessanta dai vibranti colori, ma non mancano quei «Black and Grey» che secondo molti testimoniano il sempre più drammatico precipitare dell’artista nel baratro della depressione. 

«Untitled» (1944-45) di Mark Rothko, collezione privata. © 2023 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko/Artists Rights Society (Ars), New York/Bono

Elena Franzoia, 14 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

Rothko senza vetro | Elena Franzoia

Rothko senza vetro | Elena Franzoia