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Di Mimmo Rotella tutti conoscono i «décollage», molti i «rétro d’affiche», ma l’artista (1918-2006) ha creato opere meno note di quelle, eppure non meno innovative. Cardi e Robilant+Voena danno inizio a «Mimmo Rotella 2016», le celebrazioni del decennale della scomparsa dell’artista, presentando entrambe aspetti meno conosciuti, come le «coperture» (o «Blank»), avviate nel 1980 e proposte da Cardi fino al 18 novembre.
Come nacquero queste opere lo racconta l’artista stesso nei suoi Diari: «Verso il 1980 realizzai un ciclo di lavori, cui stavo pensando da diversi anni. Guardavo spesso gli enormi pannelli pubblicitari lungo le strade. Alla scadenza della pubblicità venivano coperti da fogli di carta monocroma in attesa di un nuovo manifesto. Ne parlai a Marconi (Giorgio Marconi, il noto gallerista milanese, Ndr). Facemmo un sopralluogo nel centro di Milano. Ne fu entusiasta. (...) Nel giro di un mese preparo una ventina di coperture o “blanks” (come li definì Pierre Restany). Il risultato è forte e suggestivo, anche per via delle pieghe che si formano in superficie». Quelle opere sono l’occasione per Rotella di esplorare una potenzialità inedita del suo linguaggio, ottundendo l’immagine e il suo carico semantico attraverso un gesto che esalta la forza della monocromia. Da Robilant+Voena (fino al 28 ottobre) si arretra agli anni Sessanta con i «riporti fotografici».
Intanto crea i primi «Artypos», usando i fogli utilizzati nelle tipografie per gli avviamenti di stampa. I riporti fotografici tornano negli «anni di piombo» con lavori politici come «I guerriglieri», «Storia del terrorismo», 1980. Nel 1990 il gusto per la sperimentazione spinge Rotella sulla strada della scultura, con i multipli ceramici dei «Replicanti». Alle celebrazioni si unisce, dall’8 ottobre al 13 novembre, Carla Sozzani con «Mimmo Rotella. Erotique», incentrata, per quanto riguarda le tecniche adottate dal multiforme artista, sul riporto fotografico e sul frottage, con opere eseguite tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio del decennio successivo. Non poteva certo mancare la Fondazione Marconi, cui è affidato il gran finale: dice tutto il titolo della mostra che si aprirà dal 2 dicembre al 4 febbraio: «Mimmo Rotella e Giorgio Marconi: una storia d’arte e d’amicizia».
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