Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliRoma. Giovedì 21 maggio (9.30-13.30) alla sala conferenze dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (Iscr) si svolgerà una giornata di studi dedicata alla Madonna di Sant’Alessio, icona mariana recentemente restaurata dall’Istituto e proveniente dalla Chiesa Rettoria dei Santi Bonifacio e Alessio sull’Aventino.
Il dipinto (una tempera su tavola trasportata su tela, tipicamente su fondo oro, con dorature a rilievo e punzonatura), esposto in sala conferenze per l’occasione, è attribuito a un pittore romano della metà del Duecento e appartiene alla serie delle Madonne dell’Intercessione, tipologia molto diffusa a Roma dopo l’anno Mille. Maria è raffigurata senza il Bambino, che guarda l’osservatore leggermente volta a destra, con la mano destra alzata e la sinistra appoggiata al petto a indicare l’intercessione per chi si rivolge a lei. La tipologia è denominata Aghiosoritissa, dal santuario in cui era conservato l’originale che custodiva l’Aghia Soros, la Sacra Urna, con la cintura della Vergine. Nella Roma medievale era venerata anche come Advocata, che rimandava proprio al suo ruolo di mediatrice tra gli uomini e Dio.
Il restauro è consistito in una particolare e delicata pulitura con rimozione di vernici alterate apposte successivamente. Le abrasioni della pellicola pittorica sono state velate ad acquarello e le lacune più profonde stuccate e reintegrate a tratteggio.
Un adattamento dell’insieme cornice originale-dipinto è stato realizzato in vista della sua restituzione ai padri Somaschi e della ricollocazione nella cappella della Madonna dell’Intercessione in Santi Bonifacio e Alessio. L’intervento ha fornito l’occasione per un confronto con le altre Advocate romane, riflessioni sul precedente restauro diretto da Cesare Brandi negli anni Cinquanta e sulle tecniche di esecuzione.
Ai saluti di rito seguiranno le relazioni degli storici dell’arte Claudia Tempesta e Daila Radeglia, dei restauratori Albertina Soavi, Paola Minoia e Stefano Ferrari, del chimico Fabio Talarico sui materiali costitutivi, dei fisici Fabio Aramini ed Elisabetta Giani, delle biologhe Giulia Gallotta e Maria Rita Giuliani.

La Madonna di Sant'Alessio dopo il restauro. Foto Angelo Rubino ©ISCR

Particolare del volto della Madonna di Sant'Alessio dopo il restauro. Foto Angelo Rubino ©ISCR

Particolare del volto della Madonna di Sant'Alessio dopo il restauro. Foto Angelo Rubino ©ISCR

La Madonna di Sant'Alessio dopo il restauro. Foto Angelo Rubino ©ISCR

Un particolare della Madonna di Sant'Alessio dopo il restauro. Foto Angelo Rubino ©ISCR

La Madonna di Sant'Alessio durante il restauro. Foto Angelo Rubino ©ISCR

La Madonna di Sant'Alessio durante il restauro. Foto Angelo Rubino ©ISCR
Altri articoli dell'autore
Tra Foro Romano e Palatino sono stati ritrovati i resti di una lussuosa dimora con una sala per banchetti a forma di grotta e uno straordinario mosaico impreziosito con conchiglie, vetri e tessere blu egizio
Si inizia con l’enigmatico scultore ateniese. Altre due monografiche saranno dedicate a Prassitele e a Skopas
Stéphane Verger nel chiostro di Michelangelo ha fatto eseguire interventi su sette teste di animali antiche (quattro di età adrianea e tre rinascimentali) e ne ha commissionata un’ottava a Elisabetta Benassi
Lo scavo condotto dalla Soprintendenza speciale di Roma ha riportato alla luce strutture in laterizio e un sontuoso apparato decorativo riconducibili a una committenza di altissimo rango, quasi sicuramente imperiale